Italian Pop by Unknown

Italian Pop by Unknown

autore:Unknown
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2021-11-05T15:34:19+00:00


Marco Cosci

Per un nuovo sound italiano

Arrangiare la canzone attraverso i media

negli anni Sessanta

1. Arrangiare, oltre la melodia

“Spesso il successo di una incisione dipende dall’estro di chi manipola un ingrediente definito con la paroletta inglese ‘sound’ […]. Per raggiungere un soddisfacente ‘sound’ che stimoli la fantasia, soddisfi il senso ritmico e susciti visioni adeguate nell’ascoltatore, oggi non si ha timore di usare i mezzi più spregiudicati”. Queste le parole del direttore artistico della RCA Italiana Enzo Micocci che aprono l’articolo-conversazione dall’eloquente titolo L’arte di arrangiare. Nell’affrontare la crisi del disco all’inizio degli anni Sessanta372, Micocci ha le idee chiare; non basta più affidarsi alla popolarità dell’interprete: “molto del successo dei dischi più venduti oggi dipende non tanto dalla fama del cantante o dall’originalità del motivo, quanto dall’accuratezza e dall’intelligenza con cui si è realizzato [per l’appunto] il ‘sound’”373. Cinque sono le persone che concorrono alla definizione di questo parametro così cruciale: il cantante, il direttore artistico, l’autore della musica e delle parole e il direttore d’orchestra-arrangiatore. “Quest’ultimo in tutta la faccenda ha la parte del leone”374.

Eppure, nel considerare un oggetto complesso come quello della canzone, un peso considerevole viene convenzionalmente attribuito al testo e alla musica – perlopiù nella sua dimensione melodica vocale e nel percorso armonico – a cui si aggiunge la componente performativa determinata dall’interprete. Non c’è dubbio che l’analisi dei fenomeni sia sempre un processo parziale e sia quindi più che legittimo privilegiare gli aspetti ritenuti più caratterizzanti, tuttavia desta stupore il fatto che ad oggi, riferendosi a un periodo così attento alla costruzione del sound come vedremo essere gli anni Sessanta, la questione dell’arrangiamento musicale continui a essere sottovalutata375. D’altronde la prassi di ridurre un oggetto pluristratificato alla sola linea melodica e al testo verbale ha trovato per decenni un naturale punto di approdo nel quadro normativo della Società Italiana Autori ed Editori, che non hai mai accreditato la figura dell’arrangiatore. Solo in tempi recenti, nel 2008, grazie a una petizione per il riconoscimento della qualifica di compositore arrangiatore promossa da Detto Mariano, la questione è stata sottoposta alla Sezione Musica. E dopo due anni di consultazioni, si è giunti alla conclusione che, se il compositore della musica si avvale della collaborazione di un arrangiatore e ne riconosce la componente creativa, entrambi possono finalmente firmare il bollettino di deposito376. La lacuna normativa non riguardava solo gli arrangiamenti originali elaborati congiuntamente al deposito di un nuovo brano, ma anche le “elaborazioni creative” di una composizione precedentemente depositata da musicisti diversi dall’arrangiatore. Fino al 2010, l’unico caso contemplato dalle norme del diritto d’autore riguardava la possibilità di riconoscere l’originalità delle riscritture musicali di brani di pubblico dominio.

Sebbene in Italia si sia arrivati così tardi a normare un campo creativo apparentemente fantasma, ciò non può essere certo giustificato con l’inesistenza o, quanto meno, con la poca importanza che tale fenomeno rivestiva nell’industria culturale dei decenni passati. Come spesso accade, la norma arriva in ritardo, a fronte di un dato ormai entrato nella consuetudine di tutti i giorni. Questo è infatti



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