Obsidian by Jennifer L. Armentrout

Obsidian by Jennifer L. Armentrout

autore:Jennifer L. Armentrout [Armentrout, Jennifer L.]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


«Sì, l’ho vista tipo… smaterializzarsi… ma

credevo di avere le allucinazioni.» Allungai un po’

le gambe. «Mi sembra che le capiti quando è

rilassata. Inizia a svanire, solo un pochino, lungo i

bordi.»

Daemon annuì. «Non tutti hanno il completo

controllo sui propri poteri. Alcuni faticano a

gestirli.»

«E tu?»

«Ovviamente no.»

Alzai gli occhi al cielo, ma subito ripresi

l’interrogatorio. «E i tuoi genitori? Hai detto che lavorano in città, ma io non li ho mai visti.»

Daemon abbassò lo sguardo. «I miei non ce

l’hanno fatta.»

«Oh no… scusa.»

«Non scusarti. È successo tanto tempo fa. Non ce

li ricordiamo nemmeno.»

Questo era ancora più triste. Per quanto anche i

ricordi che avevo di mio padre iniziassero a

sbiadire, nessuno avrebbe mai potuto togliermeli.

Chissà come avevano fatto a sopravvivere da soli,

senza nessuno che si prendesse cura di loro

quando erano piccoli. «Che stupida sono stata

credere che lavorassero davvero fuori città…»

«Non sei stupida, Kat. Hai creduto a quello che

noi volevamo farti credere. In questo siamo bravi»

disse sospirando. «Anche se a quanto pare non

abbastanza.»

Alieni… le voci che mi aveva riferito Lisa allora erano fondate. Forse qualcuno li aveva visti. Forse

l’Uomo falena esisteva davvero. E il mondo

pullulava di chupacabra.

Daemon mi guardò. «La stai prendendo meglio

di quanto mi aspettassi.»

«Probabilmente avrò un attacco di panico e un

piccolo esaurimento nervoso più tardi. Tranquillo,

ho tutto il tempo per pensare di essermi bevuta il cervello.» Mi venne in mente una cosa. «Sapete…

anche controllare le menti degli altri? Leggere nel pensiero?»

Daemon scosse la testa. «Come ti dicevo, no. I

nostri poteri si limitano esclusivamente alla nostra

natura di esseri fatti di luce.»

Mentre lo guardavo provai un forte moto di

rabbia e sospetto nei suoi confronti. «Per tutto

questo tempo ho creduto di essere pazza… Invece

eri tu a farmi vedere certe cose, a controllarmi. Ero

lobotomizzata da un alieno. Grandioso.»

Lui mi puntò addosso uno sguardo carico di

risentimento e qualcos’altro che non fui in grado

di decifrare. «Ho dovuto» insisté. «Non possiamo

permetterci di essere scoperti. Hai una vaga idea di

cosa potrebbe accaderci?»

Sforzandomi di lasciar cadere l’argomento,

almeno per il momento, domandai: «Quanti

umani sanno di voi?».

«Alcuni ci hanno visti, ma non sanno cosa

pensare» rispose. «Un ramo del governo,

all’interno del Dipartimento della Difesa, sa della nostra esistenza ma nessun altro. Non sanno dei

nostri poteri. Non possono…» Incrociò il mio

sguardo. «Il governo ci considera innocui. Finché

stiamo alle loro regole, continuano a darci soldi e case e ci lasciano in pace. Perciò quando qualcuno

di noi perde il controllo, sono guai seri. Per questo

evitiamo di usare i nostri poteri, soprattutto in

presenza di umani.»

«Perché vi esporreste.»

«Già e anche perché…» Si massaggiò il mento.

«Ogni volta che succede, be’, sull’umano resta una

piccola traccia di noi, e questo dà modo ai nostri simili di sapere che è entrato in contatto con un alieno. Di solito ci guardiamo bene dal farlo, ma con te… con te è stato diverso sin dall’inizio.»

«Quando hai fermato il furgone quindi… hai

lasciato una traccia su di me?»

Lui distolse lo sguardo.

«E quando hai fatto fuggire l’orso? I tuoi simili ora sanno chi sono?» Cercai di deglutire

nonostante l’angoscia mi attanagliasse la gola. «I

ompson e tutti gli alieni della zona adesso

sanno che sono stata esposta alla tua… energia?»

«Direi di sì» rispose. «E non ne sono proprio

entusiasti.»

«Ma perché l’hai fatto? Hai corso un rischio

enorme!»

Daemon si voltò lentamente verso di me. Il suo

sguardo era impenetrabile. Non rispose.

Feci un bel respiro e mi preparai a correre, a

lottare, se necessario. «Cosa vuoi farmi?»

Quando nalmente parlò, gli tremava la voce.

«Cosa voglio farti…?»

«Ora che so chi sei, rappresento una minaccia.

Vuoi… darmi fuoco…?»

«Perché mai ti avrei raccontato tutto questo, se

avessi avuto intenzione di eliminarti?»

Giusto. «Non lo so.»

Si avvicinò e, quando mi ritrassi, rinunciò a

toccarmi. «Non ti farò niente, okay?»

«Perché ti fidi di me?»

Daemon esitò poi vinse i timori e mi prese il

mento fra le dita. «Non lo so. Mi do e basta. E

poi nessuno ti crederebbe. Se invece sollevassi un polverone, quelli del governo sarebbero qui in un

batter d’occhio e non credo tu voglia questo.

Farebbero qualsiasi cosa pur di evitare che la

notizia si diffonda.»

Rimasi immobile, in silenzio, mentre lui mi

accarezzava il viso. Provavo così tante emozioni.

Lo guardavo e sentivo che avrei potuto perdermi

per sempre in quel calore. Mi allontanai. «Allora è

per questo che mi hai detto quelle cose orribili, prima? Non mi odi?»

Daemon abbassò la mano. «No, non ti odio,

Kat.»

«Ed era per questo che non volevi che fossi

amica di Dee, perché temevi che avrei scoperto la

verità.»

«E perché sei umana. Gli umani sono deboli.

Non portano altro che guai.»

Gli rivolsi un’occhiataccia. «Non siamo deboli. E

ricordati che sei sul nostro pianeta, bello, un po’ di

rispetto, per favore…»

Mi guardò divertito. «Ricevuto.» Continuò a

studiare il mio volto. «Come ti senti adesso?»

«Sto cercando di elaborare il tutto. Non ci

giurerei ma credo di potercela fare.»

Daemon si alzò in piedi. «E va bene, allora

torniamo, prima che Dee pensi che ti abbia

ucciso.



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