Italy 1943-1948: From catastrophe to reconstruction by Massimo L. Salvadori

Italy 1943-1948: From catastrophe to reconstruction by Massimo L. Salvadori

autore:Massimo L. Salvadori [Salvadori, Massimo L.]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: History, Europe, Italy, Modern, 20th Century
ISBN: 9788867284276
Google: -W8hEAAAQBAJ
editore: Viella Libreria Editrice
pubblicato: 2015-03-03T23:00:00+00:00


Renato Camurri

Introduzione.

Conflitti della memoria: antifascismo, Resistenza, guerra civile (1943-1945)

1. Una scomoda eredità

Il tema scelto per questa seconda edizione del Gaetano Salvemini Colloquium è uno dei più complessi della storia italiana. In pochi anni, tra il luglio del 1943 e l’aprile del 1948, si susseguono in rapida sequenza una serie di avvenimenti di fondamentale importanza per comprendere la storia dell’Italia post-fascista e per capire su quali basi essa inizia un percorso politico e istituzionale che porterà all’approvazione della Costituzione e alla nascita della Repubblica.

Un percorso dalla dittatura alla democrazia segnato da una serie di date e di avvenimenti che è il caso qui di elencare: il 25 luglio 1943, la caduta di Mussolini), l’8 settembre (l’armistizio, meglio sarebbe dire la resa incondizionata all’esercito anglo-americano, e la nascita della Resistenza), il 25 aprile 1945 (la fine della guerra), il 2 giugno 1946 (il referendum tra Monarchia e Repubblica e l’elezione dell’Assemblea Costituente), le elezioni politiche a suffragio universale del 18 aprile 1948 che chiudono questo ciclo.

Concentreremo la nostra attenzione soprattutto sulla crisi 1943-45, con alcune riflessioni tendenti a mettere in evidenza alcuni problemi interpretativi che riguardano le complesse questioni che si aprono nello scenario italiano all’indomani della caduta di Mussolini: problemi che saranno approfonditi dalla relazione di Massimo Salvadori.

Quelli sopracitati sono passaggi-chiave della nostra storia recente, date che ancora oggi scandiscono il calendario delle grandi feste civili della nostra nazione (25 aprile e 2 giugno) attorno alle quali le classi dirigenti dei primi decenni repubblicani cercarono di cementare una comunità nazionale uscita dilaniata dai lunghi venti mesi che seguirono la caduta di Mussolini, secondo un procedimento non dissimile, come racconta Toni Judt, a quanto avviene alche in altri paesi europei.

Sono questi alcuni dei miti fondativi della “repubblica nata dalla Resistenza”, per usare una formula entrata nel lessico politico del primo dopoguerra e utilizzata fino a qualche decennio fa con il preciso intendimento di enfatizzare il legame indissolubile tra l’antifascismo, la guerra di Liberazione e la Costituzione repubblicana.

2. La guerra della memoria

Così invece e non è stato. Questa costatazione che fino a pochi anni or sono suonava come un’eresia, oggi non lo è più. L’antifascismo è oggi in crisi e la storia racchiusa nei tornanti decisivi sopra citati è da tempo una storia che divide gli italiani. Il cosiddetto «paradigma antifascista»,24 coniato dal giurista Antonio Baldassare nel 1986,25 viene oramai considerato da una larga parte degli italiani superato, una zavorra di cui liberarci, «un’ideologia di Stato» come la bollò lo storico Renzo De Felice.26

Si potrebbe dunque dire che mentre in Germania il passato che non passa è il nazismo, in Italia esso è rappresentato dall’antifascismo.27

Perché ciò è avvenuto? Quando il paradigma antifascista entrò in crisi? Quali sono state le conseguenze di questo processo? Come esso ha influito in una già debole identità nazionale?

Naturalmente è impossibile rispondere a pochi minuti a queste domande, ma per abbozzare una risposta serve, forse, cominciare a sgombrare il campo da alcuni false giustificazioni e da alcuni equivoci.

Certo, stiamo parlando di fatti lontani nel tempo. Spesso si sente dire:



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