J.A.S.T.: Just Another Spy Tale (Farfalle) (Italian Edition) by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 8451addbde8e91c98407cf21bd0f287278b2898a
Amazon: B0067K1E20
editore: Marsilio
pubblicato: 2011-03-17T23:00:00+00:00

Scena 5 - Impuri

Kabul, Afghanistan, 1997 (quarto giorno di nozze di Aisha)

Aisha, Yussuf, Fadwa, Jamiat

Nang e namus: onore e orgoglio. Tutto per un pashtun.

La giugulare di Yussuf piscia rosso sul pavimento.

Lo stesso rosso colloso sta sulle mani. Sulle cosce. Sul pube. E sui seni di Aisha.

Nang e namus: onore e orgoglio. Tutto per un pashtun.

Il sangue è accecante. Appiccica.

Aisha lo fissa: ci vede benissimo. VEDE che ciò è giusto.

Nang e namus. Tutto. Decisamente tutto per un pashtun.

Aisha infila il burqa color cielo, la stoffa incollata alla pelle. Si imbratta.

Nel cielo squarci. Aisha apre il cassetto del comodino.

Prende quello che c’è da prendere: soldi e pistola.

Aisha apre la porta. Non se la chiude alle spalle.

Va, semplicemente. E là fuori è notte.

Non si gira da soli di notte, soprattutto se si è donna. Non nel 1997. Non nel kenarab del mondo.

Kalashnikov a tracolla, barba caprina, brache giganti di stoffa che pesa, un talib le sbarra il passo.

È notte anche per il talib, le chiazze sul burqa color cielo sembrano lordure lavate male.

Da una donna incapace.

Non assomigliano di certo a sangue di UOMO.

Gli occhi di Aisha dietro la grata sono fuochi accesi.

Il talib pronuncia le sue ultime parole: «Ehi, donna, dove credi di and…»

Pallottola in piena fronte. Sfonda il cranio.

Il braccio di Aisha è teso. La canna fuma. La sua mano NON trema.

Il talib cade. In maniera ridicola. Bambola di pezza.

La macchia nera, a terra, si allarga.

Nang e namus sono tutto per un pashtun. Per una pashtun come Aisha sono molto di più.

Sono il confine tra il desiderio di morire e quello di uccidere.

Nella testa di Aisha urla di un dio terribile: la seconda sura, Al-Baqara, La Giovenca, gira in loop.

Allah ha posto un sigillo sui loro cuori e sulle loro orecchie e sui loro occhi c’è un velo; avranno un castigo immenso… Nei loro cuori c’è una malattia e Allah aggrava questa malattia. Avranno un castigo doloroso per la loro menzogna. E quando si dice loro: Non spargete la corruzione sulla terra, dicono: Anzi, noi siamo dei conciliatori!

Conciliatori…, pensa Aisha.

Non succederà mai più.

MAI PIÙ.

Dovessi ammazzarli tutti…

Io non sono l’agnello. Io voglio essere la SPADA. La spada…

Nella mente, ora, un’altra spada. Di carne.

Quella che Yussuf avrebbe certamente usato.

Quella che Yussuf HA usato.

Prepotente.

Per quattro notti.

Una in fila all’altra.

La spada che non userà più.

MAI PIÙ.

***

La notte delle nozze. L’addio alla madre. Alla seconda casa: per nulla amata.

L’addio alla verginità.

Alle carezze.

Quella sera a Yussuf era venuta voglia di parlare, almeno durante il breve tragitto a piedi verso la nuova casa. Per conoscersi, diceva.

Così le elencò tutti i piatti che preferiva. Per conoscersi.

E le chiese quali fossero i suoi colori preferiti.

«Nero» rispose Aisha. E Yussuf sorrise e scosse la testa.

«Perché?» chiese.

«Perché non ci vedo niente» rispose lei.

Yussuf non sorrise, accelerò il passo: si erano conosciuti abbastanza.

Il boato fu improvviso.

Mentre la sua ombra si allungava sempre più a coprire quella di Aisha, una granata accese il cielo.

Svelò gli umori. I segreti.

E Aisha vide di nuovo gli artigli. Aggrappati al suo seno.

Ripiombò l’oscurità. Pietosa.

Giunsero a casa.

Casa di uomo solo. E senza anima.

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