Joukhadar Zeyn - 2018 - Il paese del sale e delle stelle by Joukhadar Zeyn

autore:Joukhadar Zeyn [Joukhadar Zeyn]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788811812357
Google: kLSuDwAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2019-09-17T22:00:00+00:00

IL PESO DELLE PIETRE

Ibn Hakim cominciò ad agitarsi e a gemere, e gli operai della tintoria uscirono piano dai loro nascondigli. Rawiya cercò di sollevare Bakr, ma il suo corpo era troppo pesante. Si accosciò dandogli la schiena e lo issò sulle spalle, camminando curva per il carico.

Solo che Ibn Hakim giaceva tra loro e la porta della tintoria. All’esterno si era radunata una piccola folla che mormorava. Rawiya sapeva di non poter portare il corpo di Bakr su per la scala a pioli e farlo uscire dalla finestra al secondo piano, ma era determinata a dargli una degna sepoltura.

L’unica via di fuga passava di fronte al loro aggressore. Bofonchiando sotto il peso di Bakr, Rawiya si avviò circospetta verso la porta.

Quando la mano di Ibn Hakim si contrasse per afferrare la spada, però, lei fece un balzo all’indietro.

Gli operai della tintoria, che avevano visto tutto e sapevano che Ibn Hakim era un uomo crudele e corrotto, uscirono allo scoperto da dietro i recipienti delle tinture e i rocchetti di seta. «Lo fermeremo», disse uno di loro, spingendo Rawiya verso la porta. «Non ci sono mai piaciuti lui e i suoi scagnozzi, e non li aiuteremo. Vai!»

Rawiya li ringraziò e uscì di soppiatto, mentre Ibn Hakim gemeva e si toccava la testa. Con il corpo di Bakr sempre più pesante, corse verso le porte della città finché non temette che quel fardello le avrebbe spezzato le ossa.

Khaldun e al-Idrisi avevano già raggiunto i servitori e caricato i cammelli, e tutti erano pronti in sella. Quando Rawiya arrivò ansimante, Khaldun accorse per aiutarla a sgravarsi del peso di Bakr dalla schiena. «Rami, è…?»

Ma Rawiya scrollò la testa, mentre dietro di loro le urla si facevano più forti.

Assicurato il corpo di Bakr al suo cammello, Rawiya condusse l’animale per le redini. Uscirono al galoppo dalle porte della città e fuggirono attraverso le fertili pianure del Delta del Nilo, seguendo il grande fiume.

Cavalcarono instancabilmente per giorni, fermandosi a dormire solo quando era buio. Non accesero nessun fuoco e mangiarono pane raffermo. Solo alle prime luci dell’alba al-Idrisi si metteva a scribacchiare sul suo libro rilegato in pelle, disegnando triste il cono del Delta del Nilo, e in quel momento la sua calligrafia, solitamente ampia e piena di volute, s’infittiva e tendeva verso il basso.

Il terzo giorno, quando furono ormai certi di non avere più nessuno alle calcagna, deposero Bakr sulla riva del fiume. Al tramonto lavarono il corpo nel Nilo, massaggiandogli la barba e i capelli con l’acqua fredda.

Al-Idrisi porse l’astrolabio a Rawiya che, senza dire una parola, puntò a sud-est così da stabilire la posizione della qibla e la direzione verso cui andava sepolto il corpo di Bakr. Poi avvolsero quest’ultimo in un telo di lino pulito e lo interrarono accanto al nastro azzurro del Nilo, disteso su un fianco con il viso rivolto alla qibla. Con il fango del Nilo sotto le unghie, Rawiya tenne ancora a lungo l’astrolabio, finché Khaldun non glielo sfilò dolcemente, posandole i palmi sul dorso delle mani.

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