Kenyon Paul - 2010 - Il mio nome è Giustizia by Kenyon Paul

autore:Kenyon Paul [Kenyon Paul]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858500156
Google: ZOW_KFqqpXwC
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2010-10-06T22:00:00+00:00

Capitolo 6

DMX se n'era andato. Non lo aveva detto a nessuno. Gli uomini della sua baracca raccontarono che si erano svegliati e avevano visto che il suo materasso era vuoto e le sue cose erano sparite. «Anche se muori nell'incendio di una casa, o quando la tua casa crolla per un terremoto, il dolore non può essere uguale» disse Justice. «Quando la tua barca non ce più, anche se sai nuotare, berrai l'acqua e diventerai così pesante che non riuscirai più a stare a galla.» Dopo due settimane senza ricevere notizie, Justice si rese conto con tristezza che la propria ansia per la sorte di DMX cominciava a placarsi, che cominciava a dimenticare il suo vecchio amico. «Il dolore è forte quando il mare li prende, ma dall'altra parte non ci saranno punizioni. Tutti loro si sveglieranno di nuovo.» Justice trascorreva più tempo all'internet café vicino alla moschea. Era sul lato della piazza più esposto al vento, dove gli sfortunati negozianti dovevano spruzzare acqua per terra per tenere a bada la sabbia finissima. Dall'esterno l'edificio sembrava un negozio abbandonato. La vetrina ricordava una vecchia bottiglia di Coca-Cola, incrostata di sabbia e di sporcizia. Gli adesivi appiccicati all'interno rappresentavano cowboy con sigarette, calciatori europei nell'atto di calciare il pallone, versetti del Corano scritti con caratteri stile Disney. Attorno ai davanzali la vernice verde palma si era staccata dal legno. La porta aveva delle molle, come quelle dei saloon, e quando si entrava era come essere in un film spaghetti western. All'interno c'erano separé nei quali i clienti, per lo più migranti africani, telefonavano a casa o navigavano in rete. Fu lì, nella primavera del 2007, che Justice cominciò a seguire gli eventi del mondo con occhi nuovi, acclimatandosi a poco a poco a quello che c'era fuori. Lesse del rapimento del giornalista della bbc Alan Johnston, della scomparsa di Madeleine McCann, del massacro del Virginia Tech, eventi che non gli apparivano più tanto lontani. Studiò il campionato inglese e seguì in diretta la partita di Champions League nella quale il Manchester sconfisse la Roma per sette a uno. Stava preparando il terreno, in modo da non essere più uno straniero quando fosse arrivato.

All'inizio di aprile arrivò all'internet café per fare una telefonata importante a suo fratello Issah. Durante l'estate il negozio diventava una specie di rumoroso circolo sociale a causa del suo vecchio ma efficiente condizionatore sempre acceso al massimo. Era fissato a una parete, in alto, e gli uomini si massaggiavano le teste rasate e sollevavano le braccia come se fossero sotto una doccia d'acqua fresca.

Justice sedette da solo a un tavolo e fece una telefonata in Ghana. «Ho un passaggio per l'Europa» disse a Issah. «Non so quando, ma sarà presto.» Nell'aprile del 2007 faceva un caldo torrido. I ragazzi delle carriole oziavano sotto la tela cerata azzurra, bevendo acqua minerale e mangiando noccioline. I commercianti vendevano la propria merce direttamente dal retro delle Jeep giapponesi, oppure posavano un foglio di cartone contro il parabrezza e dormivano. Poi, tre

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