Kerouac Jack - 1965 - Angeli di desolazione by Kerouac Jack

autore:Kerouac Jack
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788852074202
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2016-06-13T22:00:00+00:00

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Mi accade spesso che a un attacco d’estasi come quello avuto mentre camminavo verso casa lungo la Third Street succeda una giornata di disperazione, e per via di tale fatto non riesco ad apprezzare la nuova giornata veramente splendida che è venuta fuori, tutta radiosa di cieli azzurri per giunta, col buon Simon così ansioso di farmi contento, manco di apprezzarla se non molto più tardi di riflesso— Prendiamo un autobus per Polk e saliamo a piedi il colle della Broadway tra fiori e aria fresca e Simon procede ballonzolando e raccontandomi tutte le sue idee— Afferro ogni concetto che mi va esponendo ma continuo a ricordargli tetramente che tanto non ha importanza— Alla fine concludo sbottando «Sono troppo vecchio per giovani idealismi del genere, ci son già passato da tutte queste cose!—devo davvero sorbirmi di nuovo tutto questo?»

«Ma è autentico, è la verità!» grida Simon. «Il mondo è un luogo di infinito incanto! Da’ a tutti l’amore e loro te lo restituiranno! Io l’ho visto!»

«Lo so che è vero ma mi sono stufato»

«Ma non puoi stufarti, se ti stufi tu ci stufiamo tutti, se tutti ci stufiamo e ci stanchiamo ci diamo tutti per vinti, e allora il mondo casca a pezzi e muore!»

«Ed è così infatti che dovrebbe essere!»

«No! ci dovrebbe essere la vita!»

«Non fa nessuna differenza!»

«Ah, Jacky-mio non venirmi a dire queste cose, la vita è vita e sangue e fatica e solletico» (e comincia a farmi il solletico sulle costole per dimostrarmelo) «Vedi? Salti via, senti il solletico, tu vita, tu hai una bellezza vitale nel cervello e una gioia vitale nel cuore e un orgasmo vitale nel corpo, tutto quel che devi fare è vivere! Vivere! Tutti amano prendersi sottobraccio lungo il cammino», dal che capisco che ha parlato con Irwin—

«Ahimè misero sono così stanco», sono costretto ad ammettere—

«Macché! Svegliati! Sii felice! Dove andiamo adesso?»

«Su dritto per questo colle alla grande Accademia Buddista, andremo nello scantinato di Paul—»

Paul è un buddista biondo grande e grosso che fa il portiere all’Accademia, ti fa un gran sorriso nel seminterrato, nel nightclub del Cellar quando fanno del jazz lui si mette lì in piedi ad occhi chiusi ridendo e saltellando su entrambi i piedi per la felicità di ascoltare del jazz e dei discorsi pazzi— Poi accende lentamente una grossa pipa molto seria e alza i grandi occhi seri attraverso il fumo e ti guarda dritto in faccia e ti sorride dalla pipa, un ragazzo meraviglioso—Più d’una volta è venuto alla capanna sul colle dei cavalli e ha dormito nella vecchia stanza abbandonata sul retro, in un sacco a pelo, e quando noi in grosse bande gli portavamo del vino al mattino lui si tirava su a sedere e prendeva una sorsata lo stesso poi andava a passeggio tra i fiori, pensando, e tornava da noi con una nuova idea—«Proprio come dici tu, Jack, ci vuole una lunga coda perché un aquilone raggiunga l’infinito, l’ho pensato proprio ora, sono un pesce— Vado nuotando nel mare incontaminato—solo acqua, niente

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