La cacciatrice di ossa (VINTAGE) by Kathy Reichs

La cacciatrice di ossa (VINTAGE) by Kathy Reichs

autore:Kathy Reichs [Reichs, Kathy]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788858628966
Google: UtCa7dEuiZsC
editore: Rizzoli
pubblicato: 2012-05-30T18:34:25+00:00


18

Brividi di gelido terrore mi corsero lungo la spina dorsale.

Con la coda dell’occhio, riuscii a cogliere una figura in piedi fuori dall’auto. Chiunque fosse, mi stava puntando un fucile alla testa.

Attraverso il finestrino aperto, sentii ringhiare.

La paura mi paralizzò. Ero nel bel mezzo del nulla. Sola. Dalla parte sbagliata di un fucile. E di un paio di cani.

Dio, dov’era Galimore?

«Cosa va cercando?»

La voce ansante mi richiamò di colpo alla realtà. Bassa e profonda. Maschile.

Deglutii.

«Signor Fries?»

«Chi diavolo è lei?»

«Temperance Brennan.» Semplificare. «Sono un’amica di Wayne Gamble. Il fratello di Cindi.»

Il ringhio aumentò e vi si aggiunse un raspare di zampe. La Mazda traballò.

«Giù, maledizione!» Un urlo assordante.

Una nuova ondata di adrenalina mi attraversò tutto il corpo.

«Rocky! Rupert! Culo a terra!»

Udii il tonfo sordo di uno stivale che colpiva un corpo. Un guaito.

Il cuore mi martellava nel petto e non osai voltare la testa. Chi era quel pazzo? Aveva ucciso Galimore?

La bocca del fucile mi premeva sul cranio. «Ora scenda. Molto lentamente. Tenendo le mani in alto, in modo che io possa vederle.»

Sentii lo scatto della serratura, la portiera si aprì.

Con le braccia alzate, spinsi fuori le gambe e mi misi in piedi.

Rocky e Rupert erano della grandezza di un alce, neri, con mezzelune marroni sopra gli occhi, fissi su di me. Un brontolio sommesso si levava dalle gole massicce, ma nessuno dei due cani fece un solo movimento minaccioso.

Il padrone era il ritratto della vecchiaia. La sua pelle era pallida, sottile come velina sulla fronte sporgente, sul mento, sul naso. Le guance scavate erano coperte di bianchi peli ispidi.

Anche se la giornata era afosa, indossava pantaloni di lana, una camicia di flanella, un berretto arancione da caccia e una giacca a vento senza maniche con la zip chiusa fino a metà petto.

Il Winchester seguiva ogni mia mossa e, a giudicare dalle sue condizioni, doveva essere vecchio quanto il proprietario.

L’uomo mi osservò con gli occhi azzurri lattiginosi, lo sguardo saldo come la presa delle mani sull’arma.

«Chi la manda?»

«Nessuno, signore.»

«Non racconti stronzate!»

Come prima, la veemenza della voce mi fece sobbalzare.

«Si muova.» La canna descrisse un arco, indicando il lato opposto della radura.

Rimasi immobile, sapendo che avviarmi lungo il sentiero avrebbe limitato le mie chances di fuga.

«Si muova!»

«Signor Fries, io…»

La bocca del fucile mi si piantò sullo sterno, spingendomi indietro. Finii con la schiena contro il bordo della portiera aperta e il dolore mi strappò un grido.

I cani scattarono in piedi.

L’uomo abbassò una mano, il palmo rivolto verso di loro per placarli. Si accucciarono.

«Le ho detto di muoversi.» Freddo. Pericoloso. «Da quella parte.»

Altro cenno con la canna.

Non vedendo alternative, cominciai a camminare, con tutta la lentezza che pensavo di potermi permettere senza suscitare le sue ire. Dietro di me sentivo ansare, e il terreno scricchiolava sotto gli stivali.

Disperata, valutai le mie possibilità. Il cellulare era rimasto in auto. E non avevo detto a nessuno dove ero diretta.

Il cuore si mise a battere più in fretta.

Ero abbandonata a me stessa.

Con un pazzo.

E di Galimore nemmeno l’ombra.

Davanti alla roulotte mi fermai, tentai di nuovo.

«Signor Fries, vorrei solo parlarle.



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