La caduta dell'impero romano. Una nuova storia by Peter Heather

La caduta dell'impero romano. Una nuova storia by Peter Heather

autore:Peter Heather [Heather, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia antica e medievale
ISBN: 9788811004875
editore: Garzanti
pubblicato: 2021-11-23T23:00:00+00:00


«L’ultimo vero romano d’occidente»

Il reddito proveniente dal Nordafrica era essenziale per il Tesoro imperiale. Senza quella fonte d’entrate l’occidente non avrebbe potuto permettersi i giganteschi eserciti che servivano a difenderne i territori più esposti. Dopo il 421, anno della morte di Costanzo, non solo in Africa, ma in tutto l’occidente romano le bande di predoni immigrati furono sostanzialmente libere di muoversi indisturbate. Lungo la frontiera del Reno franchi, burgundi e alamanni, e soprattutto gli iutungi più a sud, alle pendici delle Alpi, razziavano zone interne al confine e minacciavano di creare ulteriori problemi. Nella Francia meridionale i visigoti, in piena rivolta, ringhiavano minacciosamente in direzione del capoluogo amministrativo della regione, Arles. In Spagna gli svevi scorrazzavano liberamente in tutto il Nord-Ovest e depredavano anche nelle altre regioni della penisola. Nel 430, con l’arrivo dei vandali di Genserico alle frontiere della Numidia, sulla testa dell’impero d’occidente si materializzò una sorta di spada di Damocle.

Nella breccia apertasi ormai nella sicurezza dell’impero si introdusse l’ultima grande figura di eroe romano del V secolo, Flavio Ezio, che nel 433 risultò vincitore finale e unico degli scontri di palazzo scoppiati in seguito alla salita al trono di Valentiniano III. Sappiamo che da giovane, nel periodo precedente il sacco di Roma, era stato a lungo ostaggio di Alarico e poi, nel secondo decennio del V secolo, prigioniero degli unni. In quest’ultima cattività aveva stretto dei rapporti che, dopo il crollo dell’usurpatore Giovanni, gli avevano permesso di farsi aiutare contro il suo rivale Sebastiano e di sconfiggerlo. Ovviamente, non sarebbe mai stato scelto come ostaggio se non avesse avuto amicizie altolocate. Suo padre Gaudenzio veniva, come Flavio Costanzo, da una famiglia militare d’origini balcaniche, per l’esattezza della Scizia Minore, la Dobrugia (odierna Romania). All’inizio della carriera, quando ancora lavorava per l’impero d’oriente, Gaudenzio aveva ricoperto tutta una serie di posizioni di prestigio; ma nel 399, durante il governo di Stilicone, lo ritroviamo a comandare truppe di stanza in Africa. Come Costanzo, dunque, era un militare di carriera dell’impero d’oriente che, dopo la morte di Teodosio I, aveva deciso di giocarsi il tutto per tutto in occidente sostenendo Stilicone. Gaudenzio aveva poi sposato l’ereditiera di una nobile e ricchissima famiglia senatoriale romana, e al culmine della carriera, dopo il 415, era stato nominato comandante dell’esercito di campo di Gallia (magister militum per Gallias). Dopo il 420, infine, era rimasto ucciso durante una rivolta forse correlata all’usurpazione di Giovanni.

Anche Ezio fece carriera nella gerarchia militare, ma per raggiungere vette molto più elevate. Senza diventare imperatore, egli fu l’Ottaviano del suo tempo e dopo la presa del potere seppe essere l’uomo forte di cui Roma aveva bisogno per risollevarsi. La penna di un contemporaneo, un certo Renato Frigidero, in un brano tramandatoci da Gregorio di Tours alla fine del VI secolo, ci dà un ritratto dell’uomo:

Ezio era di altezza media, virile nell’atteggiamento e ben proporzionato. Non aveva alcun difetto fisico ed era di corporatura snella. La sua intelligenza era pronta; era pieno d’energia, superbo cavaliere, abile con l’arco e instancabile con la lancia.



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