La camera bianca (Italian Edition) by Laurent Mauvignier & A. Bramati

La camera bianca (Italian Edition) by Laurent Mauvignier & A. Bramati

autore:Laurent Mauvignier & A. Bramati [Mauvignier, Laurent & Bramati, A.]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00669ARWA
editore: Zandonai Editore
pubblicato: 2010-03-09T00:00:00+00:00


Nel corso dei mesi, l’orgoglio di avere conquistato ogni giorno un metro, due metri, poi tre, poi quattro. L’ostinazione che adesso gli faceva dire: avrei potuto morire e non sono morto. Avrei potuto sfracellarmi quella sera, essere fatto a pezzi, maciullato, ridotto in poltiglia, e invece eccomi qui a conquistare ogni giorno la mia libertà di movimento, ogni giorno un po’ più libero, e adesso cammino e vedo sopra la testa tutto il cielo, tutta l’aria che respira ciò che vive. Adesso sembra quasi che non sia successo niente e vedo, come sempre ho visto, le case dei vicini e le rose rampicanti dall’altra parte del parcheggio, le rose che salgono, le rose che inghiottiscono la facciata troppo pallida degli inquilini di fronte, vedo la loro casa smorta con l’intonaco ormai grigio, sporco, e delle altre case vedo le facciate così bianche invece, perché chi ci vive sono i proprietari, e i proprietari ridipingono, mettono le verande, i cespugli, la vernice sulle cancellate, e nei cortili gli alberi vengono potati tutti gli anni tranne appunto in quella casa, perché gli inquilini cambiano ogni sei mesi, e anche questi li vedrò andar via, e vedrò arrivare il camion di quelli nuovi, vedrò gli uomini portar su a braccia i mobili e i cartoni, e poi forse altri inquilini ancora, quando anche i prossimi se ne saranno andati. Non importa: adesso vedo, vedo tutto e avrei potuto non vedere niente, mai più niente, neanche il grande salice piangente dei Colon, la fila di gerani dei Gousier. Tutto mi si è aperto davanti agli occhi esattamente come prima, e adesso io sto qui e posso sentire, posso vedere il vecchio Eugène sulla sua bicicletta, posso vederlo, mezzo curvo sulla bicicletta, con gli attrezzi che escono dalle due sacche blu attaccate dietro, posso vedere la 205 parcheggiata sul marciapiede di fronte tra mezzogiorno e le due, quando la vicina viene a casa a mangiare prima di tornare di nuovo all’ufficio postale. E posso vedere i cani nella casa di fianco, i cani che abbaiano e corrono ogni volta che lei arriva e ogni volta che va via, e questo tutti i giorni della settimana.

E pensavo a lui dai Bonnand, con il piumino per la polvere in mano, mentre ascoltavo quello che mi dicevano e rispondevo sì, sì, è proprio così, proprio come dite voi, viviamo in un’epoca, e mi parlavano della mafia russa, per un po’ di tempo è stato il loro argomento, chissà perché, sì, rispondevo, la mafia, e loro mi guardavano inorriditi aggiungendo (lui con il dito alzato) la mafia russa signora, non la mafia, la mafia russa, bisogna essere precisi capisce, russa, sempre i russi, sì, gli dicevo, forse i russi, se vuole, continuando a spazzare, a lavare, a passare l’aspirapolvere in tutti gli angoli, sotto tutti i mobili, quei grossi mobili che bisognava toccare il meno possibile perché sono fragili e i soprammobili, mio dio, diceva lei, sono veri nidi per la polvere ma che vuol farci, cosa dice? eh?



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