La città degli amori infedeli (Anagramma) (Italian Edition) by Hachmi Najat El

autore:Hachmi, Najat El [Hachmi, Najat El]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton
pubblicato: 2012-01-25T23:00:00+00:00

16 Si riferisce a un personaggio del romanzo Solitud di Víctor Català (n.d.t.).

CAPITOLO 4

Dizionario della lingua catalana

Per fuggire dal poltergeist, se non hai, come nel film, una signora bassetta che urla come Tangina Barrons, devi ridere molto, fino a quando non senti le costole sul punto di esplodere oppure devi piangere molto, fin quando non senti di esserti svuotato oppure devi avere un orgasmo che, di fatto, è come svuotarsi. Io non ne sapevo ancora nulla di orgasmi, a mio padre non piaceva che si piangesse e a mia madre non piaceva che si ridesse. Per cui, iniziai a leggere, parola per parola, quel dizionario della lingua catalana. Tutti dicevano, ma che bambina studiosa, ma era solo per trovare una delle tre cose.

Si stabilì un periodo di tregua. Faremo come se non fossero mai esistiti né i miei genitori né lui né niente di niente. Nemmeno i tuoi. Nessuno. Non voglio nemmeno sentirti pronunciare i loro nomi. Chiunque li menzioni, si prepari. Quella era la nostra tregua. Non parlare dei nonni, né delle zie né dello zio. Soprattutto mia madre, lei non poteva nemmeno dire tuo padre, tua madre. Shhh, diceva con gli occhi che gli uscivano dalle orbite. Shhh, io non ne ho di genitori e tu non dovresti parlarne. Tutto perché loro non avevano condannato suo fratello per il grande peccato commesso. Non doveva esistere nulla di anteriore al nostro viaggio. Nulla. Lì dovemmo notare che forse nostro padre era capace di amare, fu la progressiva chiusura dell’intestino di nostra madre che lo spinse a sancire un trattato di pace. Tu mangi e io dimentico tutto. Non ricordo che mia madre avesse un aspetto così tremendo da farlo spaventare a tal punto, ma io probabilmente ero già alla B. Baador era un aggettivo e baare un altro aggettivo, mentre baba era un termine infantile per nonna e non quello che ti scivola da un lato della bocca quando dormi e nemmeno quel che cade. Io tutto questo non lo capivo, ma lo leggevo lo stesso per vedere come suonava.

Ero la sua preferita, la luce dei suoi occhi, mi amava più di qualsiasi altra persona al mondo, persino più di mia madre, dei miei fratelli, delle donne che aveva avuto prima che noi arrivassimo. Non era un amore comodo, ma mi permetteva di andare con lui ovunque. Un margine di libertà che di solito le donne non avevano e di cui io godevo in un modo senza precedenti nella storia dei patriarchi.

Facevo molti cruciverba nel bar della via. Le frittate erano spugnose e il cameriere era calvo e grasso, con quelle macchie sulla fronte che non è più fronte. C’erano ovunque uccelli in gabbia e odori che io non sapevo distinguere, di sigari o sigarette fatte a mano.

Mio padre preferiva il tabacco nero delle Ducados e se ne fumava un pacchetto dopo l’altro, mentre beveva caffè macchiato, con il peso del corpo su una gamba e il gomito appoggiato sul bancone di marmo. Lo beveva in unico sorso, con il cucchiaino che non aveva ancora smesso di girare e diceva, cambiami questo, Ramon.

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