La colonia perduta by A.G. Riddle

La colonia perduta by A.G. Riddle

autore:A.G. Riddle [A.G. Riddle]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2023-03-14T23:00:00+00:00


Capitolo 52

James

Nei ricordi il tempo scorre come un susseguirsi di lampi. Prima rivivevo i miei ricordi come se li stessi guardando. Adesso li sto sperimentando, questa vita che non ho vissuto ma che potrebbe essere stata la mia. Una vita che qualcuno come me aveva sperimentato.

A Edgefield, nel tempo libero cerco su Internet notizie di Alex, Abby, Jack o Sarah, ma trovo soltanto qualche breve accenno che non placa la sete che mi arde dentro.

Le rughe sul mio viso diventano sempre più profonde.

I capelli si diradano.

Il mondo si disintegra, tutti i principali governi, tranne quelli degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Germania e della Cina, sprofondano nei debiti. L’economia globale si stabilizza e poi inizia un lento e lungo declino senza alcuna soluzione, perché il problema non è l’economia, ma la gente. I robot svolgono i lavori manuali. Le macchine si guidano da sole. Le case si autopuliscono. Le tegole catturano l’energia solare che alimenta le auto e i dispositivi ai quali stanno tutti incollati. La vita è confortevole, e finché non andrà peggio, nessuno cerca di migliorarla.

In una cittadina del Camerun duecento persone si sono ammalate. All’inizio si pensava che fosse Ebola. In seguito è stata denominata febbre di Melong, dal nome della cittadina dove è cominciata. La notizia appare un giorno sui giornali e poi viene dimenticata. Una settimana più tardi si registrano casi di febbre di Melong in tutte le nazioni del mondo. Tre miliardi di persone sono infettate. Quattrocento milioni muoiono.

La situazione precipita.

Nessuno vuole lasciare la propria casa. Il pericolo di una seconda ondata è sempre presente. La realtà virtuale diventa la più grande industria della storia umana. Il mercato dell’hardware esplode, insieme al settore dei contenuti. La gente può così creare e postare in diretta i propri drammi o exploit sportivi. La realtà virtuale è più trasformazionale di qualsiasi altra tecnologia prima di essa. Diventa una droga, un virus molto più letale di quanto lo era stata la febbre di Melong.

In un certo senso, sono nel luogo più sicuro del mondo. Nessuno qui in prigione ha contratto la febbre di Melong. Nessuno di noi è mai stato su una piattaforma di realtà virtuale per giocare, partecipare a uno spettacolo o a un dramma interattivo. Ma vedo l’effetto che ha sulle guardie. Quelle che le usano di più hanno gli occhi venati di sangue, dimagriscono e diventano irritabili. Nel mondo reale nulla sembra interessargli. Il lavoro è un’agonia che sopportano finché non possono tornare a casa e immergersi di nuovo nella realtà virtuale.

È come i film che avevo visto sui tossicodipendenti, che mostravano il loro deterioramento dal primo arresto alla morte.

La produttività è crollata. La disoccupazione dilaga. Prima, il mondo che vedevo alla televisione sembrava soltanto una versione fatiscente di quello che avevo lasciato. Adesso è totalmente degradato. Nessuno vuole occuparsi della casa e della città in cui vive quando può evadere così facilmente nel mondo dei suoi sogni.

La messa al bando della realtà virtuale è scattata alla mezzanotte di un martedì, quando i router sono stati disattivati.



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