La compagnia degli assassini (Italian Edition) by Barry Eisler

La compagnia degli assassini (Italian Edition) by Barry Eisler

autore:Barry Eisler [Eisler, Barry]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Amazon Crossing
pubblicato: 2021-02-08T23:00:00+00:00


CAPITOLO 27

LIVIA

«Ehi» disse Livia non appena Little rispose. «Sono io.»

«Livia, maledizione, avevo provato a chiamarti.»

Dal tono si capiva che c’era qualcosa che non andava. Livia premette meglio il telefono contro l’orecchio e respinse un’increspatura d’ansia. «Ero in viaggio. Va tutto bene?»

«Lo so che eri in viaggio. Hai preso un aereo per Washington Dulles.»

L’increspatura di prima si trasformò in un’ondata. Lanciò un’occhiata agli uomini, i quali ascoltavano attentamente, soprattutto Rain.

«Come fai a saperlo?»

«Dalle registrazioni dell’ufficio immigrazione, cui tutto il Dipartimento della sicurezza interna può accedere in qualsiasi momento. Che ci fai lì?»

«Sto seguendo delle piste.»

«Non ti fiderai mai di me, vero?»

«Non più di quanto devo.»

Ci fu una pausa, e Livia ebbe la sensazione che Little stesse reprimendo la sua frustrazione. Non era la prima volta.

«Immagino che non abbia importanza» disse poi. «Ho delle informazioni per te. Dove ci possiamo incontrare?»

«Meglio al telefono.»

Livia notò che Rain la guardava attentamente. L’uomo era chiaramente agitato all’idea che il suo contatto le avesse proposto di vedersi di persona.

«Perdonami, Livia, ma ne ho abbastanza delle tue stronzate. Mi sono esposto per te, ho scoperto informazioni fondamentali su qualunque sia la cosa cui stai andando incontro, e non ne posso più della tua mancanza di rispetto e dei tuoi ordini. E pensaci bene prima di riattaccare, perché questa volta non sarò io a richiamare.»

Merda . Da un lato, Livia non pensava che incontrarlo fosse un problema. Sapeva però che lo sarebbe stato per Rain, e forse anche per gli altri. E a prescindere da quello, detestava che Little avesse preso delle misure contro di lei e la accusasse di essere scorretta. Detestava la sensazione che avesse il controllo su di lei.

«Ti richiamo tra cinque minuti» disse.

«Va bene» rispose lui.

Livia mise giù, cercando di sentirsi soddisfatta per non aver capitolato, e perché lui era stato accondiscendente davanti al suo rifiuto di dargli una risposta immediata.

Tuttavia, non era altro che un palliativo. Sapeva che era lui ad aver vinto. Cercò di concentrarsi sulla sostanza, e cioè che Little era a conoscenza di informazioni decisive.

Livia guardò Rain, sapendo che era quello che avrebbe avuto più da obiettare. «Sostiene di avere delle novità» spiegò. «Mi vuole vedere.»

Rain non disse niente. Fu Carl a parlare. «Perché dovrebbe essere necessario? Te l’ho detto, il telefono è criptato. Qualsiasi cosa voglia comunicarti di persona, può farlo anche al telefono.»

«Non c’è tempo per approfondire le mie questioni con lui. Le sue informazioni sono sempre state solide, in passato. Mi fido abbastanza da poterlo incontrare.»

«D’accordo» acconsentì Carl. «Come vuoi tu. Se non ti dispiace, però, vorrei venire con te. Non può nuocere qualcuno che ti guarda le spalle.»

Per quanto fosse nervosa, Livia non poté fare a meno di apprezzare la delicatezza con cui Carl le aveva parlato. Non era certa se ne fosse consapevole, oppure se avesse semplicemente un grande intuito, però Carl sapeva sempre come non dirle cosa doveva fare. E quando combinava un casino, trovava sempre il modo di farsi perdonare da lei. Forse a volte il suo atteggiamento era un po’ manipolatore, ma ciò che importava di più era come la faceva sentire: capita, senza dover lottare per esserlo.



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