La Danza Della Morte by Douglas Preston & Lincoln Child

La Danza Della Morte by Douglas Preston & Lincoln Child

autore:Douglas Preston & Lincoln Child [Preston, Douglas & Child, Lincoln]
Format: epub
pubblicato: 2005-12-13T22:00:00+00:00


37

Whit DeWinter III era chino sul suo voluminoso testo di matematica, nei meandri della biblioteca della Phillips Exeter Academy. Stava fissando una formula interamente costituita da lettere greche, sforzandosi di ficcarsela in testa. Mancava un'ora all'esame e ancora non aveva memorizzato nemmeno la metà delle formule che gli servivano. Si rammaricò di non avere passato la sera precedente a studiare, invece di stare in giro fino a tardi a fumare erba con la sua fidanzata, Jennifer. Eppure, in quel momento, gli era parsa un'ottima idea, Stupido, maledetto stupido. Se l'esame andava male, avrebbe abbassato la media in matematica e, di conseguenza, sarebbe finito alla UMass anziché a Yale. Fine della storia. Non si sarebbe mai iscritto a medicina, non avrebbe trovato un lavoro decente e avrebbe miseramente finito la sua vita in un appartamentino a Medford con una moglie grassa e una nidiata di marmocchi urlanti...

Inspirò a fondo e si buttò di nuovo sulla formula, ma a rompere la sua concentrazione fu una voce che risuonava da uno degli altri tavoli. Whit alzò la testa. Riconosceva la voce: era quella ragazza sarcastica che aveva visto al corso di letteratura inglese, la goth con i capelli viola. Corrie. Corrie Swanson.

«Che problema c'è? Non vede che sto studiando?» La voce riecheggiava sonora nell'atrio della biblioteca.

Whit tese le orecchie, ma non riuscì a sentire la risposta, pronunciata lentamente e a voce bassa.

«Australia? È pazzo?» replicò Corrie. «Sono nel pieno degli esami. Che cos'è lei, una specie di pervertito?»

Dagli altri tavoli giunsero un paio di «ssh.» Whit, grato per la distrazione, cercò di sbirciare. Intravide un uomo vestito di scuro accanto a un tavolo a qualche decina di metri da lui.

«Gliel'ha detto lui? Sì, certo. Mi faccia vedere i documenti.»

Un altro mormorio.

«Va bene, le credo. Mi va benissimo una vacanza sulla spiaggia. Ma proprio adesso? Vuole scherzare?»

Un altro mormorio. Altri «ssh.»

«Okay. Okay. Vorrà dire che se non passo biologia, sarà colpa di Pendergast.»

Whit sentì una sedia strisciare sul pavimento e vide Corrie Swanson che si alzava e seguiva l'uomo vestito di scuro, che aveva l'aria di un agente del Secret Service: tutto abbottonato, mascella quadrata, occhiali neri. In che diavolo di pasticcio si era messa, Corrie?

La guardò passare, con il suo sedere grazioso e invitante in un vestitino nero, molto sexy, da cui pendevano pezzi di metallo. I capelli viola le scendevano a cascata sulla schiena, quasi neri sulle punte. Accidenti se era carina. Ma non era il tipo di ragazza che Whit avrebbe potuto presentare a papà. Lo avrebbe ucciso, se avesse saputo che usciva con una come lei.

Whit tornò a rivolgere le pupille infiammate alla formula per calcolare il raggio di curvatura in una funzione a due variabili; ma per lui era come se fosse greco. Letteralmente. In quella dannata formula c'erano così tante lettere che, per quanto ne sapeva, poteva anche essere il primo verso dell'Iliade.

Gemette. La sua vita stava per finire. E tutto per via di Jennifer e della sua pipa magica...



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