La dimora del collezionista by Max Fiorelli

La dimora del collezionista by Max Fiorelli

autore:Max Fiorelli [Fiorelli, Max]
La lingua: ita
Format: epub
editore: VirginBooks
pubblicato: 2015-03-04T23:00:00+00:00


9.

Gordon Spada prese a studiare i soggetti delle tele custodite in quella stanza, e rimase molto incuriosito e sorpreso. Nella stanza in cui si trovava quando era entrato, come in tutta la parte di casa che aveva visto, i soggetti raffigurati nelle pitture erano i più vari. C’erano donne, paesaggi, scene di vita quotidiana e anche animali. Tutti in perfetta armonia con quello che era il gusto dell’epoca in cui erano stati eseguiti.

Tuttavia, solo adesso se ne accorgeva, quella stanza era molto diversa.

“Ha dato un’occhiata a questi quadri, signorina?” domandò.

“No. Comunque chiamami Vittoria. Questo è il mio nome.”

Spada non disse nulla. Se solo avesse avuto un poco più di luce avrebbe potuto evitare di tenere gli occhi socchiusi e spremuti, nel tentativo di cogliere ogni dettaglio impresso su quelle tele. Ma la luce della torcia era fioca e debole, probabilmente li avrebbe abbandonati di lì a poco. Ma comunque, quello che aveva visto gli era sufficiente.

“Questa stanza ha un tema, Vittoria…” disse, poi si spiegò meglio: “Guardi là, per esempio. Lì troviamo raffigurati degli uomini che seppelliscono un morto, nel bel mezzo di una cerimonia funebre. Poi lì, in alto, la discesa di Enea negli inferi… E poi ancora il ratto di Proserpina da parte di Ade…”

“E allora?” domandò lei esausta e confusa. “Non capisco…”

Il mercante era assorto nei suoi pensieri, e nella sua testa vagava in un mare di ipotesi e supposizioni. Una stanza dalle pareti di pietra, chiusa in ogni lato…

“Non ci sono porte qui dentro…” constatò. “Lei non si ricorda come ha fatto ad entrare qui?”

“No, mi sono risvegliata qui senza ricordare nulla…”

Non era plausibile che il folle li avesse calati dal soffitto. Era dolorante, ma non così tanto come se qualcuno lo avesse fatto precipitare da un’altezza di almeno tre o quattro metri.

No, dovevano essere entrati lì dentro in altro modo.

“Forse ho capito…” disse d’un tratto. Girò due o tre volte su sé stesso, cercando di fissare nella sua testa i quadri che aveva attorno. Gli inferi e le profondità oscure della terra sono il tema di tutta la stanza. “Dunque dalla terra deve venire la soluzione…”

“Prego?”

“Mi aiuti a cercare. Da qualche parte deve esserci una botola…”

Così i due si chinarono a terra. La fredda pietra sfregava le loro ossa inumidite, e le mani divennero in pochi attimi lerce e doloranti, ferite dai resti di cose orrende che sembravano sparsi ovunque. Cercavano disperatamente una fessura, un pertugio, qualcosa che potesse annunciare loro l’esistenza di una via di fuga.

“Eccola!” urlò Vittoria dopo qualche minuto, “una botola! Sento i contorni! E’ di pietra liscia!”

“Sbrighiamoci! Alziamola e fuggiamo!”



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