La donna greca by Maria Paola Castiglioni;

La donna greca by Maria Paola Castiglioni;

autore:Maria Paola, Castiglioni; [Castiglioni, Maria Paola ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815353269
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-08-15T00:00:00+00:00


3. Le «femmes du dehors»: prostitute e cortigiane

Presentata dalla tradizione come figura antitetica della moglie ideale, Neera, cui è dedicata un’intera orazione in cui le viene mossa l’accusa di usurpazione di cittadinanza[59], incarna uno degli esempi più noti di prostituta, la professione femminile sulla quale le fonti sono più abbondanti. Proprio gli autori antichi, tracciando una linea di demarcazione netta tra le spose legittime, personificazione della discrezione e del pudore, e le cortigiane, sfrontate e impertinenti, hanno condannato le prime all’anonimato, trasmettendo invece un’abbondante quantità di informazioni su questa categoria di donne deputate a soddisfare i piaceri degli uomini, secondo la celebre formula dello Pseudo-Demostene[60]. In realtà la storiografia antica si è concentrata generalmente sui tratti più aneddotici della carriera delle più celebri tra le etère, contribuendo in questo alla costruzione della figura romantica della cortigiana affascinante e sagace; si è invece limitata a pochi e vaghi cenni sulla realtà sociale e materiale di queste donne, la maggior parte delle quali, lontane dalla fama e dalla ricchezza raggiunte dalle varie Frine, Laide e Taide, vendevano il loro corpo tra sfruttamento, violenza e miseria[61].

In realtà l’esercizio della professione si declinava in una sorta di scala gerarchica, alla base della quale si situava la porne, la prostituta (generalmente schiava, prigioniera di guerra o donna di condizione libera ma di estrazione modesta), e al cui vertice si collocava l’hetaira, la cortigiana, condizione che, in casi eccezionali di ascesa sociale spettacolare, poteva raggiungere anche chi cominciava la carriera come porne[62]. Il divario tra le due categorie si indovina nel significato stesso dei due termini: porne deriva infatti dal verbo pernemi, «vendere», e rimanda pertanto direttamente alla misera controparte venale della prestazione, esprimendo nel contempo il declassamento sociale della prostituta, obbligata a vendersi a tutti; hetaira è invece la forma femminile del sostantivo hetairos, il «compagno», l’«amico» e rinvia quindi, più che a un rapporto di mercificazione del corpo, a una comunanza di esperienze tra pari.

Lo spazio d’azione delle pornai era lo spazio pubblico, come rivelano i nomignoli con cui venivano spesso designate: gephyris («la fanciulla del ponte») dromàs («passeggiatrice»), peripolas («vagabonda»), oppure il bordello, chiamato semplicemente con il nome di ergasterion, «laboratorio», o porneion. Secondo la tradizione, i postriboli furono istituiti come luoghi pubblici ad Atene all’inizio del VI secolo a.C. da Solone al fine di soddisfare gli istinti sessuali dei giovani a prezzi accessibili[63]. In epoca classica tali stabilimenti appartenevano a dei cittadini (pornoboskoi) che spesso ne affidavano la gestione a delle ex prostitute, come nel caso di Euttemone, che lasciò la conduzione di uno dei suoi due bordelli ad Alce, un’anziana prostituta, schiava da lui liberata, a cui il declino dell’età impediva l’esercizio della professione[64].

Uno dei due ergasteria di Euttemone era situato presso il Ceramico, famoso, oltre che per la produzione artigianale, anche come quartiere della prostituzione. Proprio qui le ricerche archeologiche hanno permesso di scoprire alcuni edifici destinati a questa funzione, in particolare l’edificio Z, costruito durante la metà del V secolo a.C. e rifatto a due riprese seguendo la pianta



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