La donna nel buio by Alexandra Oliva

La donna nel buio by Alexandra Oliva

autore:Alexandra Oliva [Oliva, Alexandra]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820096960
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


13

QUESTA volta rompo la finestra con un sasso. Lo lancio con tutta la forza che ho da tre metri appena di distanza, e per poco non manco il bersaglio.

«Entra tu», dico.

«Non vieni con me?» mi chiede Brennan.

Faccio no con la testa, e lui mi guarda come se lo stessi già abbandonando.

«È una boutique. Da qui riesco a vedere anche il retro.» Il che ovviamente non è vero, ma il locale sfocato oltre la vetrina non mi sembra molto profondo. Siamo in una di quelle città-trappole per turisti, con piccoli caffè e negozietti pacchiani di articoli da regalo. Questo in particolare – l’insegna è scritta in un corsivo sinuoso che non ho la pazienza di decifrare – ha borse a mano e a tracolla d’ogni genere, in vetrina. Mi domando quanto abbiano dato ai proprietari per offrirci proprio quello di cui avevamo bisogno.

Brennan si infila attraverso la finestra aperta. «Ahi.»

Mi giro, esasperata.

«Mi sono tagliato.»

«Perdi sangue?»

«Sì.»

«Bene, almeno lo sai.»

Sento un fruscio. È entrato. Immagino che si sia voltato e che mi stia guardando. Per assicurarsi che non scappi. Come se avessi le forze per un gesto così drammatico.

«Sbrigati!» gli urlo. Sopra di me, il cielo grigio brontola. Penso all’aereo, ma questo è soltanto un tuono. «Forse è meglio se ti prendi anche un giubbotto impermeabile», dico a Brennan. «O un poncho.» Sembra il genere di negozio che tiene articoli simili. Non di quelli pratici che si ripiegano, ma ingombranti e colorati, un po’ ironici.

Un minuto ed è già fuori. Non ha né giubbotto né poncho, però ha uno zaino. È brillante, zebrato.

«Quello è l’unico che avevano?»

Si inginocchia e comincia a trasferirvi le sue provviste, che lascia dentro alle borse di plastica. «Mi piace», risponde.

«I gusti sono gusti.» Forse non dovrei sminuire un articolo che viene mostrato a scopo promozionale, ma è davvero orribile. Brennan chiude la zip e se lo mette in spalla. Io mi incammino.

«Mae, guarda cos’altro ho trovato.» Allunga la mano verso di me. Fiammiferi. Sei o sette scatoline, blu scuro, con lo stesso scarabocchio indecifrabile sull’insegna del negozio.

«Ottimo. Non avremo più bisogno di fermarci.» Prendo i fiammiferi e li infilo nella tasca in cui tengo la lente degli occhiali.

Facciamo solo qualche passo, e lui mi chiede se ho dei cerotti.

«Quanto è profondo il taglio?» Alza il braccio. Si è rimboccato la manica. Non vedo sangue sulla pelle scura, è troppo distante e la ferita troppo piccola. Mi tolgo lo zaino e tiro fuori il kit di pronto soccorso. Gli do una pomata antibiotica e una confezione di bende. Sembra sorpreso. Forse si aspettava che lo medicassi io. «Il tempo stringe», gli dico. Questa frase lo fa scattare, e un attimo dopo si sta già disinfettando. Il cielo brontola ancora, stavolta più forte. Prevedo che Brennan si pentirà presto di non aver preso qualche indumento antipioggia dalla boutique.

E ho ragione. Qualche ora più tardi si ritrova gocciolante e tremante, sotto un acquazzone. «Mae, ti prego, questa notte possiamo dormire al coperto?» mi supplica. Io ho infilato i pantaloni negli scarponi e mi sono tirata su il cappuccio del poncho.



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