La gattina che arrivò per Natale by Kristen McKanagh

autore:Kristen McKanagh [McKanagh, Kristen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2022-11-03T23:00:00+00:00

Capitolo 10

Peter entrò in libreria attraverso la porta sul vicoletto dietro il negozio, dove parcheggiavano e dove arrivavano le consegne. Si ritrovò la figura leggermente piena della madre china su una serie di scatole. Sembrava stesse spostando dei libri, riempiendo alcune scatole vuote e borbottando tra sé e sé mentre lavorava.

Nulla di nuovo. Spostavano di continuo le cose qua e là a seconda di come si svuotavano gli scaffali, per i cambi di stagioni, per le consegne settimanali e le nuove uscite. E il borbottio faceva semplicemente parte di lei.

«Buongiorno, mamma», disse.

La superò, diretto in ufficio con tutta l’intenzione di immergersi nel computer, per fare un resoconto del bilancio del mese precedente. Era ciò che preferiva fare in libreria. Si sarebbe concentrato su quello, e non su come gli erano sembrate soffici le labbra di Lara, o sull’improvviso istinto di cercare delle ricette di gelato. Più semplici, o perlomeno più veloci, di quelle della sera prima.

Però… se sua madre lavorava sul retro, forse doveva stare davanti con il padre e aiutarlo con i clienti.

Fece una smorfia, dando la schiena alla madre per nascondersi. Non era decisamente una persona che amava stare a contatto con il pubblico. Ogni volta doveva costringersi a farlo. Sperava che ci si sarebbe abituato prima o poi. Da come andavano le cose, “poi” sembrava un’opzione più plausibile.

«Oh, Peter». La madre lo fermò. «Ho appena finito di parlare al telefono con Lara, che è così carina…».

Peter corrugò la fronte guardando le scatole che aveva di fronte. Lara aveva chiamato? Un momento. Chiamato sua madre? O la libreria? A ogni modo, perché?

Si voltò. «Mi stava cercando?».

Forse le serviva di nuovo aiuto con Ben. Il signor Muir lo aiutava con i compiti, ma non ci sarebbe voluto tutto il giorno.

Non è un problema tuo, disse al senso di colpa che gli faceva venire voglia di correre da lei e aiutarla. Era uno che aggiustava le cose, ecco chi era. Uno a cui piaceva darsi da fare. Tutto lì, doveva solo ignorarlo. Il problema era che quel senso di colpa poteva benissimo essere impazienza. La stretta che sentiva allo stomaco poteva riguardare entrambe le cose. Dannazione, non avrebbe dovuto cercare di baciarla. Quel pensiero offuscava il suo giudizio.

«Te?», chiese la madre, leggermente perplessa. «No, chiamava per ringraziarmi di aver tenuto Ben e per offrirmi in cambio un favore».

Un favore? Maledizione. Mi ha scavalcato.

Il familiare bruciore dell’irritazione gli risalì sul collo. Le aveva detto di non farlo. Forse non con tante parole, ma gli sembrava di essere stato piuttosto chiaro la sera precedente. Non c’era bisogno che gli facesse alcun favore. «Le ho detto che non doveva…».

«In realtà mi ha fatto una proposta deliziosa, e credo che dovremmo accettarla».

Alla madre era piaciuta la proposta di Lara? Quale? Quella del workshop? Oltretutto aveva una luce negli occhi che non sembrava solo quella di una persona compiaciuta e basta. Sembrava una madre davvero soddisfatta, e un po’ calcolatrice. Che stava succedendo?

«Che proposta?»

«Ha suggerito di riservare uno spazio del suo negozio ad alcuni dei nostri libri per bambini in conto vendita».

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