La grande domanda: Perché non si può fare a meno di parlare di scienza, di fede e di Dio by Alister McGrath

autore:Alister McGrath [McGrath, Alister]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion & Science, Religion
ISBN: 9788833974606
Google: HeOfCwAAQBAJ
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2016-03-02T23:00:00+00:00

Perché non si può fare a meno di parlare di Dio

Che si creda o no al messaggio cristiano, è impossibile sottrarsi a uno dei concetti che stanno al cuore stesso del cristianesimo: che l’idea di Dio – o addirittura il bisogno di Dio – sia in un certo senso «cablato» all’interno della nostra architettura mentale. Tale pensiero è esposto nel paragrafo iniziale di quella che in misura sempre maggiore oggi viene considerata l’opera teologica più importante del cristianesimo occidentale, le Confessioni, scritte da sant’Agostino tra il 397 e il 400. Il filosofo di Ippona lo esprime in forma di preghiera: «Ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te».20

L’idea di un «naturale desiderio di Dio»21 è stata elaborata in ogni modo possibile nell’ambito della tradizione cristiana – per esempio da Pascal, che parlava di un «abisso» a forma di Dio nella natura umana troppo profondo per poter essere colmato da qualcos’altro che non fosse Dio, o da C.S. Lewis, il quale parlava di una profonda brama di senso che da Dio origina e che a Dio riconduce.22 A ogni modo, l’idea di fondo è semplice: la fede in Dio, così come il fenomeno della religione in sé, è naturale. La narrazione cristiana ci parla di un desiderio naturale di Dio: esiste anche una narrazione scientifica che ci dice la medesima cosa: il desiderio di Dio è naturale. Non è difficile immaginare a questo punto come queste due narrazioni possano essere integrate tra loro.

Con l’affermarsi dell’Età della Ragione la nozione della naturalità dell’idea di Dio fu messa in discussione in vari modi. Molti sostennero che la religione era un’imposizione. Non aveva niente di naturale, ma piuttosto ci era dettata dalla cultura, oppure nasceva dalle pressioni verso il conformismo sociale. Eppure, oggi esistono forti indizi del fatto che la religione sia un fenomeno naturale. Il che non la rende di per sé né «giusta» né «sbagliata». Là dove il razionalismo sosteneva che la religione nasce dal «sonno della ragione» (ossia dalla sospensione delle normali facoltà critiche e razionali dell’essere umano), oggi si rafforza sempre più la tesi che la religione si spieghi meglio come un fenomeno naturale, un’attività cognitiva innata dell’uomo la quale nasce grazie (e non malgrado) alle naturali modalità di pensiero dell’essere umano.23

Questo riconoscimento di una disposizione religiosa naturale solleva molte questioni affascinanti che meritano un’indagine. Innanzitutto, immaginiamo di dare per scontato che le credenze religiose siano un prodotto spontaneo dello sviluppo cognitivo umano. Ciò segnerebbe un punto a favore del teismo o dell’ateismo? La sentenza definitiva al riguardo non è ancora stata emessa, ma per quanto mi concerne, io ritengo che questo fatto deponga più a favore della posizione teista. In secondo luogo, un’inclinazione naturale alla religione comporta che anche il teismo sia naturale? Dopo tutto, la «religione» assume molte forme (non è un concetto empirico),24 e il teismo è solo una di esse. Terzo e ultimo punto: come avviene la transizione da questa «religione naturale» a una tradizione religiosa specifica

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.