la guerra di zakalwe by Iain M. Banks

autore:Iain M. Banks [Banks, Iain M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantascienza
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Sputò una boccata d'acqua calda e sogghignò alla faccia che lo specchio gli mostrava. Il lavabo di porcellana azzurra era pieno di batuffoli di cotone sporchi di sangue. Si tastò delicatamente le narici e aggrottò le sopracciglia.

― Ho saltato la colazione, ho perduto la mia auto più costosa, compresa di autista, mi sono di nuovo fratturato il naso, un antico impermeabile d'epoca d'incalcolabile valore sentimentale è così sporco che a vederlo non ci crederesti, e tutto quello che sai dire è «ma che strano»?

― Scusa, Cheradenine. Mi spiace per quel poveretto. Volevo solo dire che non capisco perché abbiano fatto una cosa del genere. Sei certo che non sia stato un incidente? Uh…hau.

― Che sta succedendo lì?

― Niente. Sei sicuro che fosse una trappola?

― Affermativo. Ho chiamato un'altra auto e la polizia, e siamo andati su a guardare. Non c'era nessuna deviazione per lavori in corso; tutto scomparso. Ma sul terreno erano rimaste le tracce delle passerelle con cui la corsia era stata collegata al canalone.

― Ah. Mmh… oh. Capisco… ― La voce di Sma suonava strana.

Lui tolse il ricevitore dall'orecchio e lo esaminò. ― Diziet…

― Uhau. Sì, capisco, ho detto. Se sono stati quei due della Governanza la polizia non caverà un ragno dal buco. Ma non riesco a vedere per quale motivo l'abbiano fatto.

Zakalwe fece scorrere l'acqua per pulire il lavabo e cercò di capire se gli sarebbe rimasto il naso storto. A volte era stato costretto a farselo raddrizzare, e gli seccava. Rimise il piccolo terminale nell'orecchio. ― Forse è il loro modo di obiettare sul fatto che uso il denaro di Avanguardia. O forse pensano che io sia il Signor Avanguardia. Che ne pensi? ― Attese la risposta. ― Sma, ho chiesto cosa ne…

― Ahu. Sì, scusami. Ho sentito. Potresti avere ragione.

― Comunque c'è dell'altro.

― Oh, Dio. Cosa?

Lui raccolse un elaborato video-biglietto a cristalli liquidi che (sullo sfondo di un ricevimento non meno vivace di un'orgia) faceva accendere e spegnere un messaggio. ― Un invito, intestato a me. Te lo leggo: «Gentile sig. Staberinde, è bello che lei se la sia cavata per il rotto della cuffia. Congratulazioni. È pregato di voler intervenire alla festa in costume che sarà data questa sera. Un'auto la aspetterà di fronte al suo albergo alle 26 in punto. Troverà qui una scelta di costumi di suo gradimento». Niente firma né indirizzo. ― Gettò il biglietto sul lavandino. ― È stato consegnato circa nello stesso momento in cui la polizia arrivava in risposta alla mia chiamata.

― Una festa in costume, eh? ― Sma ridacchiò. ― Bada che non facciano la festa a te, Zakalwe… no, smettila! ― ci fu un'altra risata, molto diversa da quella di lei.

― Sma ― borbottò lui, freddamente, ― se ho chiamato in un momento sbagliato…

Sma si schiarì la gola, e subito assunse un tono efficiente e pratico. ― No, affatto. Sembra chiaro che si tratta della stessa gente. Hai intenzione di andare?

― Penso di sì, qualunque cosa ne venga fuori. Ma non mi farò affibbiare nessun costume.

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