La legge del karma by Marco Cesati Cassin

La legge del karma by Marco Cesati Cassin

autore:Marco Cesati Cassin [Cesati Cassin, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2020-12-19T12:00:00+00:00


Una carrellata storica

Non tutti i popoli e le religioni nel passato e nel presente hanno creduto o credono ufficialmente alla reincarnazione. Negli antichissimi Veda (testi sacri dell’arianesimo, composti in sanscrito) non è menzionata e nelle successive Upanishad (la parte più recente dei Veda) compare solamente dal IX secolo a.C., come concetto strettamente legato alle caste, per cui chi è in una casta intoccabile deve accettarlo, e chi è gerarchicamente superiore ha il pieno diritto anche a dargli uno spintone.

La legge fondamentale della reincarnazione dice che le colpe vengono espiate in una condizione di sofferenza, però ci sono tante sfumature nel concetto stesso di colpa: persino essere troppo buoni può essere una colpa, se significa non essere stati saggi.

In Cina e in tutto il Sol Levante non si teorizzava la reincarnazione. Gli orientali credevano in un «Cielo Anteriore» da dove proveniva un’energia attratta dalla coppia, che avrebbe formato il «Cielo Posteriore» nel loro corpo umano. Gli Egizi credevano nella resurrezione e pesavano il cuore del defunto per quantificarne i peccati. Neppure i musulmani e gli Aztechi credevano nella reincarnazione, mentre lo facevano molte tribù indiane d’America e gli eschimesi, e i Maya avevano dei riti per permettere all’anima di arrivare di nuovo in un grembo materno.

Anche nell’ebraismo non si parla di reincarnazione, se non velatamente in certi passi, come in Giobbe 1, 21: «Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò». Invece nelle tradizioni parallele come il Chassidismo (un movimento di massa ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell’ebraismo ortodosso, sorto nella Polonia del XVIII secolo) e nella Kabbalah la reincarnazione è ben riconosciuta. Esiste una preghiera che si recita al sabato prima di leggere il Cantico dei Cantici: «Possa la recitazione e lo studio del Cantico dei Cantici innalzarsi dinanzi a Te, affinché si possano cogliere i meravigliosi e profondi segreti celati in esso con tutte le loro condizioni. E che noi si possa essere consapevoli del luogo da cui gli spiriti e le anime sono tratti, come se avessimo compiuto tutto ciò che ci è chiesto di compiere, sia in questa incarnazione come in un’altra incarnazione». La possiamo leggere nel libro Ritorna ancora di Rabbi Avraham Arieh Trugman.

In Oriente, Buddha parla della reincarnazione e dice che per interromperla ci vuole il Nirvana, cioè l’assenza di desiderio, dell’attaccamento che crea sofferenza, karma e quindi rinascita.Questo concetto arriva in Tibet e probabilmente in Grecia, tanto è vero che – a quanto ci è stato tramandato – Pitagora una volta vide un uomo picchiare un cane e gli disse di smettere perché aveva riconosciuto in lui, nel suo guaire, la voce di un suo amico defunto.

Al tempo di Gesù, la legge karmica era conosciuta e predicata. Nell’orto di Getsemani Gesù vide Pietro tagliare un orecchio al centurione che lo voleva arrestare e gli disse, mentre lui stesso glielo riattaccava: «Chi di spada ferisce, di spada perisce».



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