La leggenda dei cinque ardenti by Shanna O'Manley

autore:Shanna O'Manley [O'Manley, Shanna]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T09:06:06+00:00

XII

SOSPETTA, MA NON SA

«Mi piacerebbe vedere come si battono i guerrieri del re». Hiarac camminava in uno dei cortili interni del castello, infagottato tra sciarpa e cappello. Il cielo era limpido e il sole brillava sui mucchi di neve, ammassati agli angoli dei muri.

Rory lo seguiva, col cappuccio calato sulla testa, il naso rosso per il freddo e i lunghi piedi intirizziti negli stivali umidi di neve. Da quando era tornato a Roccaguzza non s’era staccato per mezza giornata dal nano. Erano bastati pochi mesi di viaggio per farlo sentire a disagio con le persone insieme a cui era cresciuto e con cui aveva condiviso la maggior parte della vita. Ora erano diventati noiosi e banali, persi nelle loro quisquilie quo-tidiane e incapaci d’incuriosirsi per ciò che poteva accadere al di là dell’orizzonte: eppure anche lui era stato così, fino a poco tempo prima, finché non aveva deciso che era meglio rischiare di fare una brutta figura come guerriero che passare la vita ad ammuffire nell’archivio del padre.

Ormai si sentiva un estraneo a casa propria; o, forse, lo era sempre stato e la lontananza aveva permesso finalmente di scoprire le carte e ammette-re, una volta per tutte, che lui era diverso, estraneo, separato da quel mondo pulito, perfetto, dotto e frivolo al contempo, fatto di relazioni intrecciate nei salotti, ai tavoli colmi di cibi ricercati, pieno di intrighi politici e amo-rosi, di battute argute, di risate squillanti, e così splendido e sfavillanie agli occhi della povera gente che l’osservava, avida, da lontano; quel mondo tanto desiderabile, per Rory altro non era che una sconcia messa in scena, recitata su un teatrino di bambole. E lui una bambola non lo era più: il fan-toccio s’era risvegliato trasformandosi in un uomo che desiderava bagnarsi sotto la pioggia, sporcarsi dormendo per terra, sentirsi esausto dopo un combattimento, mangiare con le mani per placare la fame e parlare con la bocca piena.

E il nano, che fantastico compagno s’era rivelato! Con i suoi sorprenden-ti punti di vista e le storie che gli zampillavano inesauribili dalla bocca, mentre raccontava le stranezze viste nel suo lungo peregrinare e gli aned-doti dei popoli lontani, dei Tarraska feroci come il deserto, degli elfi mari-ni della costa, delle fiere amazzoni delle montagne e perfino dei Giganti che giurava d’aver visto vagare alle pendici dei Monti Grigi.

«Allora?» Hiarac aspettava spazientito una risposta, battendo i piedi per il freddo.

«Allora cosa?»

«Andiamo a vedere un po’ di combattimenti?»

«Combattimenti… Meraldo».

«Sì anche lui, quella bestia di tuo fratello».

«Sei sicuro di voler andare? L’arena sarà gelata…»

«Ma sì, dai, solo un’occhiatina e poi ce la filiamo, prima che Meraldo ti veda e ti costringa ad allenarti».

Rory si accigliò. «Non è per questo… è che fa davvero molto freddo. Ma va bene, andiamo all’arena, so che ci sono pure le amazzoni».

«Belle donne guerriere, cosa c’è di più eccitante?»

Elsinor pensò Rory, prima di riuscire a rendersene conto, ma rimase in silenzio, pentito perfino d’aver pensato una cosa del genere.

Per nulla convinto s’incamminò in direzione dell’arena; sicuramente Meraldo e i suoi

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