La loggia degli innocenti by Michele Giuttari

autore:Michele Giuttari [Giuttari, Michele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Mystery & Detective, General, Fiction
ISBN: 9788817012430
Google: 9kUgAAAACAAJ
Amazon: 8817012432
editore: Bur
pubblicato: 2006-04-15T15:33:52+00:00

«Ma che pensa di fare?» gli domandò il suo vice.

«Restare capo della Mobile finché mi è possibile. Ora vado a casa. Voi sapete dove trovarmi, se serve.»

«Ho pronto il rapporto sulle imprese siciliane, glielo do?» chiese Fanti.

«Sì, me lo porto via, almeno avrò qualcosa per passare il tempo. Da Bellomonte hai saputo qualcosa?»

«Ho parlato con un collega di Trapani che aveva fatto il corso insieme a me. Cercherà di darci una mano, ma non facciamoci illusioni. Quel paesino è praticamente un feu-do della mafia, puro Far West, mi ha detto.»

«Aggiorna il commissario Rizzo» disse vedendo che l’altro non li seguiva. «Se necessario potrà muovere la Camera di commercio o il ministero o il padreterno, ma dobbiamo assolutamente scoprire a chi fa capo l’Estrattiva mineraria. A chi fa capo per davvero, non mi bastano i titolari, che quasi di sicuro saranno delle semplici teste di legno.»

«Bene, capo.»

Uscì attraversando il cortile e incrociò solo un furgone della polizia penitenziaria da cui due agenti fecero scendere un giovane ammanettato di ventisette anni, di statura media e il volto scavato, quasi ascetico, e un piercing sulla guancia destra.

Ferrara riconobbe l’ispettore Guzzi, uno degli uomini sotto copertura di Ciuffi, che solo con quella mascherata poteva mettere piede in Questura. Gli venne in mente che si era ripromesso di chiedere proprio quel giorno stesso a Ciuffi un parere sulla sua teoria dell’uso della cava come centro di un traffico di droga. Ma ora non poteva più, perché il suo ufficio e i suoi stessi uomini erano off limits.

Senza più le manette, Guzzi fece il suo rapporto al commissario Ciuffi.

«Il capo degli albanesi si chiama Viktor. La droga era destinata a lui. Il fornitore è uno della nuova mafia che si è data anche al traffico di stupefacenti. Pare che la impor-tino dall’Est, soprattutto dall’Afghanistan. La mafia si serve di Zancarotti per riciclare i soldi in Albania, ma lui non sa o non vuole dire chi siano i mafiosi che contano. Dice che lo contattano sempre persone diverse. Lui è una specie di ponte tra le due bande, perché conosce gli albanesi e lavora su commissione per i siciliani. Di solito non è coinvolto direttamente nel traffico, neanche di partite piccole, ma in questo caso dovevano per forza servirsi di lui perché doveva ritirare il compenso proprio nel covo di Viktor, che dei siciliani non si fidava, mentre Zancarotti non potrebbe fregarli visto il giro che ha messo su in Albania.»

«Ma perché proprio nel covo? Non potevano incontrarsi in territorio neutro?»

«Questo non lo sa neanche lui. Gli ordini erano quelli e lui doveva ubbidire.»

«Sei riuscito a farlo parlare un bel po’, complimenti.»

«Pura fortuna. Gli servo. Ha una paura fottuta che gli altri due gli facciano la pelle. Ora che sono dentro si detestano. I fratelli pensano che sia colpa di Zancarotti se li abbiamo beccati, perché la macchina era sua e lui era alla guida, e Zancarotti è convinto che la Stradale li ha fermati perché Nard non aveva la cintura di sicurezza…» spiegò sorridendo ironico. «Gli albanesi, invece, con me non parlano proprio.

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