La Luna di Sabbia by Martin Rua

La Luna di Sabbia by Martin Rua

autore:Martin Rua [Rua, Martin]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Visus Edizioni
pubblicato: 2011-04-24T22:00:00+00:00


45

Quella sera Àrtemis, i nostri amici ed io andammo da Luigi, che più che una trattoria era un buco di dieci metri per due, con otto tavoli in totale ma una cucina di quelle che non si dimenticano. C’era anche Alex che si era trattenuto in città più di quanto avesse previsto.

«Allora, che novità ci sono?» chiese Sante che aveva davanti un piatto di pasta e fagioli fumante.

Raccontai tutto quello che mi era successo, della telefonata di Armando e dell’incontro con Attilio.

«Mi sembra di capire che tu credi ad Attilio» osservò Sante.

«Insomma» dissi affondando a mia volta la forchetta nella pasta al forno che avevo ordinato, «si tratta di sua figlia, vuole salvarla non sacrificarla a Poseidone. Armando invece è semplicemente ambiguo, di lui non mi fido».

«Comunque tutta la faccenda va riferita ad Oscar alla svelta, Martin» intervenne Alex.

«Si certo, l’ho già messo al corrente di quello che mi ha detto Macedonio» mentii. Ero stufo di sentirmi dire che stavo facendo sciocchezze e così nascosi la verità anche ai miei cari. Le mie pessime abitudini.

«Perché non mi raccontate della vostra esperienza con questa gente, i confratelli di Nettuno?» riprese Alex.

«I Figli di Nettuno» lo corressi.

«Quello che è».

Raccontai i dettagli, aiutato anche dagli altri che avevano condiviso la stessa esperienza. Io mi dilungai sugli effetti del succo d’alga e notai che il viso di Alex cambiò svariate volte tonalità, così come le sue espressioni. Quando arrivai a raccontargli la parte che riguardava la nostra iniziazione nella confraternita, la sua bocca si spalancò. Quindi si voltò verso la cucina dove Luigi stava controllando le ordinazioni su un taccuino e attirò la sua attenzione.

«Dite dottó» disse quest’ultimo col suo fare schietto.

«Un’altra bottiglia di vino, per favore…» disse Alex con un’aria preoccupata, poi tornò a guardare noi. «Così avete… nuotato sott’acqua trattenendo il respiro per più dieci minuti?».

«È stata un’esperienza stupefacente, Alex» disse Arti riandando con la mente a quegli istanti trascorsi da poche ore.

«Già, uno stupefacente è quello che prendete di solito a colazione io credo» commentò mio fratello vuotando un altro bicchiere di vino.

«Che cosa ne pensi?» chiesi poi per avere un suo parere.

«Che è sempre la stessa storia, Martin» proseguì Alex guardando alternativamente tutti noi. «Ti ricordo che l’ultima volta che ti sei messo sulle tracce di un enigma come questo sono morte molte persone. Mi sembra che tu sia già sulla buona strada per eguagliare quel primato».



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