La maschera di Cthulhu by Vari (Gianni Pilo)

La maschera di Cthulhu by Vari (Gianni Pilo)

autore:Vari (Gianni Pilo) [Vari (Gianni Pilo)]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: racconti, horror, copertina
pubblicato: 1986-12-31T23:00:00+00:00


«Non passate al di sotto! Si dice che nei

deserti di pietra fiorisca ancora una rosa

«Ma i suoi petali non sono scarlatti, e dal

suo cuore non fluisce profumo.»

«Ci si può imbattere in cose segrete, ma Von Junzt approfondì dei misteri proibiti. Fu uno dei pochi uomini, per esempio, in grado di leggere il Necronomicon nell'edizione greca originale.»

Taverel si strinse nelle spalle, e il Professor Kirowan, sebbene soffiasse con dispetto nella pipa, non disse niente. Perché lui, come Conrad, aveva studiato la versione latina del libro, e vi aveva trovato delle cose che nemmeno uno scienziato lucido e freddo potrebbe discutere o rifiutare.

«Beh,» disse dopo poco, «ammettiamo che esistevano culti intorno a Dei ed Entità terribili quali Cthulhu, Yog Sothoth, Tsathoggua, Golgoroth e simili: comunque non riesco a credere che tali culti sopravvivano in angoli oscuri e nascosti del mondo.»

Con nostra grande sorpresa, rispose Clemants. Era un uomo alto e magro, silenzioso al punto da essere taciturno, e la lotta che nella giovinezza aveva dovuto sostenere contro la povertà, gli aveva segnato il viso di rughe premature.

Come molti altri artisti, viveva una doppia vita artistica. I suoi racconti di cappa e spada gli fornivano entrate considerevoli, e la sua posizione editoriale nello Zoccolo del Diavolo gli permetteva una piena espressione artistica. Lo Zoccolo del Diavolo era una rivista letteraria i cui contenuti bizzarri avevano spesso suscitato l'interesse e la perplessità della critica conservatrice.

«Ricordate che von Junzt accenna ad un certo Culto di Bran,» disse Clemants, riempiendo la pipa con una qualità particolarmente pessima di tabacco. «Mi pare di avervi sentito discuterne con Taverel.»

«A quanto ho capito dai suoi accenni,» disse Kirowan in tono aspro, «Von Junzt include questo culto particolare tra quelli ancora esistenti. Assurdo.»

Clemants scosse di nuovo il capo.

«Quando ero ancora all'Università, avevo come compagno di stanza un ragazzo povero e ambizioso quanto me. Se vi dicessi il suo nome, vi sorprendereste. Benché discendesse da una antica famiglia scozzese del Galloway, era chiaramente un tipo non ariano.

«Quello che sto per dirvi, è strettamente confidenziale, naturalmente. Il mio compagno di stanza parlava nel sonno! Cominciai ad ascoltarlo e riuscii a dare un senso ai suoi mormorii sconnessi. E nei suoi vaneggiamenti sentii parlare per la prima volta dell'antico culto citato da Von Junzt.

«Sentii parlare del Re che regnò sull'Impero Oscuro, la riesumazione di un impero oscuro più antico che risaliva all'Età della Pietra. Lo udii anche vaneggiare a proposito della grande caverna senza nome, nella quale si trova l'Uomo Oscuro: la scultura che raffigura Bran Mak Morn, scolpita da un artista quando il Grande Re era ancora vivo, e alla quale ogni adoratore di Bran si reca in pellegrinaggio almeno una volta nella vita.

«Si, quel culto vive ancora oggi tra i discendenti del popolo di Bran: una corrente silenziosa e ignota che scorre nel grande oceano della vita, nell'attesa che l'immagine in pietra del grande Bran respiri e si animi, ed esca dalla grande caverna per ricostruire l'impero perduto.»

«E chi era il popolo di quell'impero?», chiese Ketrick.

«Pitti,» rispose Taverel, «senza dubbio la



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