La mela marcia by Alessandro Quadri di Cardano

La mela marcia by Alessandro Quadri di Cardano

autore:Alessandro Quadri di Cardano [Cardano, Alessandro Quadri di]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bertoni editore
pubblicato: 2024-07-26T22:00:00+00:00


Capitolo 22

New York, sabato 21 luglio 2018

«Se mi hai portato anche un caffè, giuro che questa volta ti chiedo di sposarmi» disse Frank, entrando nell’abitacolo dell’auto di servizio. Ufficialmente il veicolo era stato assegnato a lui, ma per una qualche ragione, la macchina era in pratica di Alvarez, mentre Bongiovanni si limitava a farsi scarrozzare in giro come un orso ammaestrato.

«Sono già sposata, Frank» rispose Samantha, ingranando la marcia e partendo a sirene spiegate, dopo aver fatto un’inversione a “u”.

«Quindi niente caffè?» domandò il Tenente, aggrappandosi alla maniglia che si trovava sopra alla portiera. Quando Samantha era di cattivo umore, guidava sempre a velocità eccessiva. Frank sapeva per esperienza che era inutile chiederle di rallentare. Anzi, spesso era proprio controproducente. L’unica cosa da fare era di aggrapparsi e aspettare che la tempesta passasse.

«Il caffè è lì» disse Alvarez, indicando con il mento un bicchiere da asporto della Starbucks.

«Il caffè si è raffreddato, come il tuo matrimonio». Invece che stare lì aggrappato alla maniglia della portiera come una bertuccia al suo ramo, Frank decise che era preferibile far esplodere la collera della collega, obbligandola a sfogarsi. E poi aveva ancora addosso quella rabbia che si era accumulata durante il sogno, ali mentata anche dal rimpianto per la mancata relazione con Samantha e dalla paura recondita di aver perso il suo famoso tocco magico, quell’istinto che l’aveva reso il poliziotto che era stato fino ad allora.

«Frank, non ricominciamo, ti prego!» protestò la detective.

«Vedo che non si può scherzare, siamo sensibiline oggi».

Alvarez diede un colpo di freno, arrestando l’auto a un semaforo rosso, nonostante la sirena, cosa che creò l’incomprensione tra gli automobilisti che si trovavano all’incrocio. Si girò verso Frank e lo guardò dritto negli occhi, prima di dire: «Non facciamoci del male, Frank, ti prego… Ne abbiamo già parlato: ho preso una decisione e vorrei che tu la rispettassi, anche se non è facile».

«Non ne abbiamo parlato. Se ne avessi parlato, avremmo confrontato le nostre opinioni, avremmo ammesso i nostri sentimenti, le nostre paure e avremmo trovato una soluzione, insieme, come una coppia» protestò Frank.

«Ho commesso un errore».

«Non chiamarlo così, non ti permettere di dire che la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi anni sia un errore».

«Non posso fare questo a Luis. Lui è rimasto quando ho avuto bisogno di lui, quando sono rimasta incinta di una bambina down, quando gli ho detto che la volevo tenere, che l’amavo anche se non era perfetta» spiegò Samantha con gli occhi lucidi.

«Il tuo senso del dovere ti fa onore, ma la vita è troppo corta per lasciarsi sfuggire la felicità. E sono convinto che noi, insieme, potremmo essere felici».

«Certo che saremmo felici, Frank… Ma non posso fare questo alla mia famiglia» spiegò lei con risolutezza. Sempre la solita conclusione. La stessa che Frank aveva sentito mesi prima.

«Stai bloccando il traffico. Se continui così, finiamo su YouTube e ci facciamo una gran figura di merda».

«Per piacere… cerca di capirmi e di perdonarmi» sussurrò Samantha, mettendo la mano sulla sua.

Quanto era bella.



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