La mia vita con George by 0447

La mia vita con George by 0447

autore:0447 [0447]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T21:11:08.517000+00:00


CAPITOLO TREDICI

Subito dopo Natale, buttai giù tutto quello che sapevo della storia della vita di Teresa e l’inviai al mio agente letterario. Con mio stupore, all’inizio dell’anno nuovo il mio abbozzo della biografia di Teresa fu accettato da un editore. Avevo ripreso l’attività di scrittrice.

Essere pagata per mettere insieme la storia della vita di Teresa fu come ricevere un regalo meraviglioso. Rappresentava anche un inizio fantastico ed eccitante del nuovo secolo. C’era solo un problema però: chi si sarebbe occupato di Joshua mentre io ero infognata in lontane biblioteche a fare ricerche per il libro? Non volevo che tornando da scuola entrasse in una casa vuota un giorno dopo l’altro, né volevo abbandonarlo a se stesso per lunghi periodi di tempo durante le vacanze scolastiche. Mio figlio aveva un carattere forte e fino ad ora aveva superato la perdita del padre molto meglio di quanto avessi osato sperare. Tuttavia, era ancora presto. Sapevo dai libri che avevo letto sull’argomento, che i ragazzi senza padre erano più soggetti degli altri ad uscire dai binari ed io ero determinata a offrire a Joshua la vita familiare più stabile possibile. C’era inoltre il problema di cosa fare con George quando io lavoravo. Non potevo lasciare nemmeno lui solo a casa - o piuttosto, non tanto da solo, quanto alla mercé di Micia Belva. Diciotto mesi dopo che il nostro cavalier si era unito alla famiglia, lei rimaneva in stato di guerra ed era ancora chiaramente determinata a vincerla con ogni mezzo possibile. Lei aveva trattato George in maniera sgradevole sin da quando era arrivato, ma da quando lui era stato castrato, il comportamento di Micia Belva nei suoi confronti era diventato assolutamente intollerabile. Forse sentiva che non era più un cane “intero”, come lo aveva eufemisticamente definito il veterinario, e dunque si approfittava di lui più di prima. Le tattiche che metteva in atto contro di lui variavano dalla violenza casuale e sporadica, ad attacchi in piena regola. Sfregiare il muso di George, dargli schiaffi sulle orecchie, rubare il suo cibo, sibilare, grattare, saltargli addosso quando meno se lo aspettava: tutte queste cose ora venivano effettuate con cadenza quotidiana e con violenza sempre maggiore.

«Ringhiale, George! Forza, abbaia!», lo spronavo io. Ma indipendentemente da ciò che dicevo, George non voleva o non sapeva opporre resistenza. Non c’è mai stato un grammo di aggressività nel suo carattere, nemmeno prima della castrazione, e dal momento dell’operazione si era trasformato in un super fifone. A differenza dei sostenitori di Carlo II, che avranno pure perso la guerra civile, ma almeno si sono difesi dai seguaci di Cromwell, il nostro cavalier era incapace persino di esercitare l’autodifesa.

I miei familiari si offrirono di badare a Joshua e a George per quanto possibile, ma difficilmente avrei potuto fare affidamento su di loro a tempo pieno perché erano anche più impegnati di me. Oltre a dover badare al piccolo Nathaniel, Tabby lavorava tutte le ore del giorno e della notte a un ospizio di carità. Hannah, che aveva lavorato nel mondo



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