La nascita del Terzo Reich by Richard J. Evans

La nascita del Terzo Reich by Richard J. Evans

autore:Richard J. Evans [Evans, Richard J.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, General
ISBN: 9788852015502
Google: 6EqycqSIyCkC
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2010-10-07T18:06:18+00:00


Parte quinta

CREAZIONE DEL TERZO REICH

XVII - IL TERRORE HA INIZIO

I

Fu subito evidente che la nomina di Hitler a cancelliere del Reich non era un normale avvicendamento al governo. La sera stessa di quel 30 gennaio 1933 Goebbels organizzò una fiaccolata di camicie brune, Elmi d’acciaio e uomini delle SS, che cominciò alle sette e si protrasse ben oltre mezzanotte. Un quotidiano favorevole ai nazisti, lasciandosi trasportare dall’entusiasmo, stimò che i partecipanti erano stati 700 mila.741 Il resoconto di un altro giornale fu più realistico rispetto a questa cifra inaudita: secondo la lusinghiera descrizione della parata, «un’esperienza indimenticabile», vi avevano preso parte 18 mila tra camicie brune e uomini delle SS, 3000 Elmi d’acciaio e 40 mila civili senza uniforme, 61 mila persone in tutto. Una terza fonte, meno benevola, stimò che erano sfilati non più di 20 mila uomini in uniforme. Folle di spettatori incuriositi si erano assiepate lungo le strade per assistere alla marcia e molti acclamavano i paramilitari al loro passaggio: lo spettacolo era già molto simile al tipo di allestimenti che Goebbels avrebbe affinato negli anni successivi. Il giovane Hans-Joachim Heldenbrand assistette alla marcia in un punto di Berlino dove gli uomini delle squadre d’assalto sostavano per cambiare le fiaccole ormai agli sgoccioli con altre, appena accese: osservando i loro volti nel corso della serata, il giovane si accorse che erano sempre gli stessi uomini a fermarsi più volte. «Ecco il trucco,» gli disse il padre «stanno marciando in circolo per far credere di essere in centomila.»742

Mentre le colonne di paramilitari in uniforme sfilavano a passo di marcia, l’anziano Hindenburg si affacciò alla finestra del primo piano della sua residenza ufficiale per riceverne l’omaggio. Goebbels, per rappresentare le rispettive posizioni nel nuovo governo di nazionalisti e nazisti, aveva fatto in modo che le SA aprissero la parata e gli Elmi d’acciaio fossero dietro di loro. L’attenzione di Hindenburg, dopo alcune ore trascorse impettito alla finestra, cominciò a calare e la sua mente tornò ai gloriosi giorni dell’inizio della Prima guerra mondiale. In seguito uno dei suoi collaboratori più vicini avrebbe raccontato allo scrittore britannico John Wheeler-Bennett: Le camicie brune sfilarono a passo sciolto, seguite dai ranghi in grigioverde degli Stahlhelm, che avanzavano con marziale disciplina. Il vecchio generale li osservò dalla finestra come in sogno e quelli dietro a lui lo videro fare un cenno di richiamo al di sopra della spalla: «Ludendorff» disse, tornando per un momento al suo aspro latrato, «come marciano bene i tuoi uomini, e quanti prigionieri hanno fatto!».743

Confuso o meno, la stampa nazionalista dipinse Hindenburg come il personaggio principale delle manifestazioni di tripudio e la parata come un «omaggio a Hindenburg» del «suo popolo».744 La polizia non fu da meno: scortò e in pratica prese parte all’esultanza generale, orientando un riflettore sulla finestra del presidente in modo che tutti potessero vederlo mentre rispondeva a cenni alle acclamazioni dei reparti che sfilavano.745 Bandiere bianche, rosse e nere sventolavano ovunque. Alla radio, Hermann Göring paragonò la folla a quella che si era raccolta per



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