La Pista Caravaggio by Iain Pears

La Pista Caravaggio by Iain Pears

autore:Iain Pears [Pears, Iain]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-304-1856-1
pubblicato: 2008-12-31T16:00:00+00:00


Erano le quattro e mezzo di una giornata lunga e faticosa, di cui tra l'altro non vedeva ancora la fine, perché alle sei aveva appuntamento con Mary Verney, un incontro che si preannunciava tutt'altro che facile. Al momento, però, Flavia non aveva nulla di urgente da fare e di colpo si sentì nuovamente esausta. Tornata in ufficio, stava meditando se prendere in mano qualche pratica arretrata quando avvertì il richiamo, forte e insistente, del suo divanetto. Si sdraiò con l'intenzione di rialzarsi dopo qualche minuto, si rannicchiò e piombò in un sonno pesante.

Era uno di quelli profondi, letargici, in cui ci si rende conto di essere vivi e di doversi svegliare, ma non si riesce a farlo. Dal quale ci si ridesta impigriti e disorientati, specialmente se il risveglio è improvviso. E se a causarlo è il rimbombo nelle orecchie di urla furiose.

«Vattene», mormorò Flavia, non volendo altro che essere lasciata in pace a dormire ancora un po'.

«Neanche per sogno», strillò una voce. «Esigo delle risposte e pretendo di averle subito. E, se in questo posto non c'è nessun altro che possa darmele, dovrà farlo lei.»

Flavia si sforzò di aprire un occhio, cercando di mettere a fuoco la persona che aveva davanti, e, dopo qualche secondo in cui il suo cervello ronzò a vuoto, non solo riconobbe Dan Menzies, ma si rammentò anche di una cosa che lo concerneva.

Lo sforzo per svegliarsi e mettersi in piedi fu uno dei più ardui della sua vita.

«Mi ascolti...» sbraitò Menzies, puntandole contro un dito minaccioso.

Lei non riuscì neanche a indispettirsi. Sventolò invece in aria una mano, in un gesto vago, e uscì barcollando nel corridoio, raggiunse la macchinetta del caffè e ingollò di colpo un espresso. Poi andò a rubare una delle sigarette, molto forti, che Paolo fumava abitualmente, l'accese, prese a tossire per l'improvviso shock che subì la sua gola e tornò a sentirsi un essere umano.

«Allora», disse rientrando in ufficio, «che cosa posso fare per lei, signor Menzies?»

Stranamente, si era comportata in modo impeccabile. Menzies, prima di arrivare, schiumava di rabbia, ma quando si vide trattare con scarsa considerazione da una persona che non sembrava minimamente allarmata dalla sua collera gli si raffreddarono i bollenti spiriti. In realtà Flavia, in circostanze diverse, sarebbe stata un po' meno comprensiva. Ma era convinta fosse reduce da un colloquio con Alberto e non è mai piacevole essere distratti da un tranquillo lavoro per rispondere a domande su un delitto. Anche un tipo meno irascibile di Menzies se la sarebbe potuta prendere.

Lui le tese la pagina di un quotidiano locale e gliela sventolò sotto il naso. Flavia la prese docilmente e la lesse. C'era un altro articolo velenoso in cui veniva dettagliatamente descritto il furto avvenuto a San Giovanni e si suggeriva tra le righe che, se ci si mette in casa qualche restauratore americano, poi non ci si può stupire se dal cassetto delle posate d'argento ne manca qualcuna. Bartolo era partito di nuovo all'attacco. Flavia gli aveva telefonato per recriminare su quel suo



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