La Ragazza di Bube by Carlo Cassola

La Ragazza di Bube by Carlo Cassola

autore:Carlo Cassola
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-05-21T04:00:00+00:00


Capitolo 2

Prima di spogliarsi Mara indugiò a guardare attraverso il vetro della finestrella, reso opaco dalla lunga incuria. Si scorgevano come in una nebbia le sagome buie delle case e le luci delle finestre e delle strade: sembrava di essere in una grande città, invece che in un paese. Attraverso i suoi finestroni, un edificio alto e stretto buttava fuori una luce abbagliante: era una fabbrica, dove si lavorava anche di notte.

Quella vista cominciò a riconciliarla col suo nuovo stato. L'odore di polvere che c'era nel ripostiglio, non le dava più fastidio come appena arrivata. Si coricò nella branda, spense la luce e si addormentò subito.

La famiglia da cui era a servizio si componeva di cinque persone: che però in casa ci stavano pochissimo. A Mara toccava metterli a tavola, dopo aver rifatto quattro camere e sbrigato tutte le altre faccende. Ma era abbastanza libera, quasi nessuno le dava ordini, e meno di tutti la padrona, una donna pigra e sciatta, che in negozio stava alla cassa, e in casa non si occupava di niente. La signorina, era occupata anche essa in negozio, e così il figliolo. Il padre si vedeva che non contava nulla; il nonno invece brontolava sempre, ma nessuno gli badava, e Mara imparò presto anche lei a non farci caso.

Subito una delle prime sere s'incontrò con Ines, la compaesana che le aveva trovato il servizio. Si conoscevano appena, ma si fecero grandi feste. Ines aveva cinque anni di più, ed era rozza e grossolana, nell'aspetto e nei modi; ma essendo da molto a servizio, aveva acquistato un'aria cittadina.

Fu Ines a consigliarla di andare dal parrucchiere. La sera del sabato, senza curarsi di dir niente alla signora, Mara andò nel salone che le aveva indicato l'amica. Le tagliarono i capelli, glieli lavarono e le fecero la messa in piega; e Mara dovette convenire che ci guadagnava moltissimo, i capelli ora le stavano a posto, erano soffici e lucenti.

Tornò che avevano già chiuso il negozio, ed erano saliti tutti in casa; ma non ebbe a subire rimproveri. La signorina anzi la lodò: «Ora sì che fai figura; prima, con quei ciuffi, sembravi proprio una povera diavola». Anche il vecchio la guardò compiaciuto: «Porta il vino, bionda» le disse, e tutti risero.

Mara aveva fatto presto ad accorgersi che non erano signori, anche se avevano soldi. Il vecchio bestemmiava: suscitando l'indignazione della nuora e della nipote, che gli dicevano: «Stai zitto, bocca d'inferno». Il giovanotto poi era capace di qualsiasi villania: a dire una parolaccia alla sorella, e anche alla madre, non ci rimetteva nulla.

Il giorno dopo Mara andò al cinema con Ines. C'era un film con Robert Taylor; l'attrice, invece, era una sconosciuta, e sulle prime Mara non la trovò nemmeno bella. Ma a poco a poco s'immedesimò nella sua tragica vicenda. Lei e Robert Taylor si amavano, lei era una ballerina, lui un ufficiale; poi lui partiva per la guerra, e lei non ne sapeva più niente, anzi le arrivava la notizia che era morto. Allora, dalla disperazione, si dava al vizio.



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