La religione del mio tempo by Pier Paolo Pasolini

La religione del mio tempo by Pier Paolo Pasolini

autore:Pier Paolo Pasolini
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Garzanti
pubblicato: 2015-01-13T23:00:00+00:00


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Questi due che per quartieri sparsi

di luce e miseria, vanno abbracciati,

lieti paganamente dei loro passi,

dicono con faccia lieta che mille facce

ha la storia, e che spesso chi è indietro

è primo: così chiaramente incarnate

sono nel loro ingenuo petto

le confuse e reali speranze del mondo,

che possono ogni atto anche abbietto,

ogni miscredenza, ogni inverecondia...

Ma noi? Ah, certo, c’è in ogni errore un lievito

di verità: può essere libero e limpido

ogni occhio più servo e opaco, a ricevere

la vita esterna, non solo per gli istinti

stupenda perché esiste, ma anche

per il pensiero, che ne assiste – vinto,

sia pure, e impotente – l’esaltante

pluralità, la magica stranezza

vivace, le misteriose mescolanze

di grande e povero, l’abbietta

luce e l’eletta incoscienza.

Pietà per la creatura! Ad essa,

a questa pietà spietata, e senza

religione, basta qualunque religione,

anche la cattolica, se un’Esistenza

magicamente diversa pone

nel fondo di quella creatura

stravagante nel vero, alone

che la divora, sia essa dura

per interna paura, tenera

per una nuova, oscura

volontà di esistere, sia essa degenere

o pura, venduta o santa,

eslege o umilmente perbene:

una delle infinite branche della pianta

che frondeggia alla semplice vita,

in città, borgate, tuguri, ponti, antri,

amica nella sua esistenza nemica,

allegra nell’ingiustizia antica,

urlante nell’amore che mendica.

Sì, certo, quanto scolorita,

se reale, può apparire la greggia

che vive, a chi con quella pietà divertita

e sacrilega vi guardi brillare la scheggia

del divino! E consideri divina,

dentro la propria anima attenta, la legge

di un ambiguo, disperato destino:

l’egoismo, la mistificazione,

il capriccio e la durezza del bambino.

Io, bambino in altro modo, per la passione,

e spinto per questo ad essere uomo

con tutto il suo sapore d’umile convenzione

(da cui ingenuamente sono

costretto a essere sempre chiaro

in ogni rapporto, e, per condanna, buono)

mi sforzo a capire ogni cosa, ignaro

come sono d’altra vita che non sia

la mia, fino perdutamente a fare

di altra vita, nella nostalgia,

piena esperienza: sono tutto pietà,

ma voglio che diversa sia la via

del mio amore per questa realtà,

che anch’io amerei caso per caso, creatura

per creatura. Mi voglio diverso: ma

ahi, come so capire coloro che tale figura

dell’anima siano spinti a esprimere!

Col più alto di questi, andavo per l’oscura

galleria dei viali, una notte, al confine

della città, battuta dalle anime

perdute, sporchi crocefissi senza spine,

allegri e feroci, ragazzacci e mondane,

presi da ire di viscere, da gioie

leggere come le brezze lontane

scorrenti su loro, su noi,

dal mare ai colli, nel tempo

delle notti che mai non muoiono...

Io sentivo il sacrilego sentimento

che esaltava il mio amico a quelle

forme dell’esistere, prede d’un vento

che le trascinava sulla terra,

senza vita alla morte, senza coscienza

alla luce: ma gli erano sorelle:

come per lui, lottare per l’esistenza

fu buio in cuore, male, disprezzo

vitale per l’esistenza altrui, adolescenza

umiliante, e felice, in mezzo

al branco dei lupi ben adulti,

loro sì, pronti, aggiornati sul prezzo

della vita: custodi di culti

o padroni di stati, ladri o servi,

arrivisti o autorità, re o ultimi

dei paria, tutti, fino dai più acerbi

anni, nella norma che vuole uguali:

a non capire, a capire senza mai perdersi.

Poi corremmo come in cerca dell’ignaro

Dio che li animava: lui lo sapeva, dove.

Guidava la sua Cadillac di cinematografaro,

con un dito, arruffando con l’altro la giovane

sua grossa testa, parlando, stanco e instancabile...

Giungemmo: dietro a Tor Vajanica,

un vento inaspettato, ora, soffiava:

le file dei capanni, sgangherate, come

rottami, con spruzzi di calce, e la cava

schiena, il biancheggiante addome

d’una barca, erano soli a resistergli.



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