La repubblica del Presidente by Vincenzo Lippolis & Giulio M. Salerno

autore:Vincenzo, Lippolis & Giulio M., Salerno [Vincenzo, Lippolis & Giulio M., Salerno]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Saggi
ISBN: 9788815314178
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00

14. Un’altra esternazione in tema di decreti legge: il dilemma del prigioniero

Nel caso della promulgazione delle leggi di conversione dei decreti legge, le esternazioni presidenziali di accompagnamento sono state utilizzate come espressa testimonianza di situazioni nelle quali il presidente si è trovato di fronte alla necessità di effettuare un difficile bilanciamento tra esigenze contrapposte, come se si trovasse di fronte ad una sorta di «dilemma del prigioniero» a soluzione obbligata, cioè quello di chi, accusando il complice, finisce per autoaccusarsi. Il presidente da un lato manifestava i suoi dubbi sul testo legislativo, ma dall’altro era costretto a promulgarlo per evitare la decadenza del decreto legge.

A questo proposito, può ricordarsi il caso della lettera del 9 aprile 2009, inviata dal capo dello Stato ai presidenti di senato e camera, al presidente del consiglio e al ministro dell’Economia, e il cui contenuto è stato poi reso pubblico, anche via Internet, con un comunicato della presidenza della Repubblica. Si trattava della promulgazione della legge di conversione del decreto legge n. 5 del 2009 recante misure di sostegno dei settori industriali in crisi. Il capo dello Stato, in questa lettera, sottolineò numerosi aspetti critici attinenti, in particolare, alla tecnica legislativa utilizzata, ovvero, più esattamente, al procedimento legislativo di conversione, in quanto, con un maxi emendamento sul quale il governo aveva posto la fiducia, erano stati introdotti contenuti normativi ben diversi dal decreto legge originariamente emanato dallo stesso capo dello Stato. E ancora, il presidente rilevò che alcune delle nuove disposizioni così inserite sollevavano dubbi di costituzionalità di non poco momento. Non solo i presupposti di straordinarietà e urgenza non sarebbero stati rispettati, ma vi sarebbero stati vizi circa la ragionevolezza di alcune norme, così come il possibile contrasto con il diritto comunitario, o anche la violazione del regime costituzionale delle competenze legislative regionali. Tutti dubbi che, secondo quanto detto dal capo dello Stato in questa esternazione legislativa, avrebbero potuto giustificare l’esercizio del potere presidenziale di rinvio della legge di conversione alle camere.

Tuttavia, con questa esternazione il presidente volle rendere noto – non solo in via riservata agli organi costituzionali del parlamento e del governo, ma a tutta l’opinione pubblica – di essere stato protagonista di una scelta, come detto, a soluzione obbligata: se egli non avesse promulgato la legge di conversione e l’avesse rinviata alle camere, non vi sarebbero stati i tempi necessari per un ulteriore passaggio parlamentare. Dunque, con la decadenza retroattiva del decreto legge originariamente emanato, sarebbero venute meno le disposizioni «di indubbia utilità» – così dice il presidente – ivi poste. Innanzi all’alternativa, il capo dello Stato spiegò di aver deciso in questa occasione di procedere alla promulgazione, ma con questa esternazione dettò un avvertimento e formulò un auspicio nei confronti delle camere e del governo. Gli organi del circuito fiduciario furono avvertiti espressamente dal presidente che, se una tale evenienza si fosse ripresentata in futuro, egli non si sarebbe «ulteriormente» trattenuto dal rinviare la legge di conversione; e furono invitati a riflettere sulle obiezioni formulate dal presidente, e a intervenire per correggere i punti critici presenti nella legge di conversione appena promulgata.

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