La responsabilit di rete by Pietro Battiston;

La responsabilit di rete by Pietro Battiston;

autore:Pietro, Battiston; [Battiston, Pietro ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Saggi
ISBN: 9788815367563
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


3. La rivincita dell’informazione «libera»

Negli ultimi anni, l’emergere dell’espressione fake news non è dovuto alla scoperta che l’informazione possa essere impiegata in modo malevolo: di questo, gli esempi sono sempre abbondati. È più che altro legato al cambiamento profondo e improvviso nel modo in cui i cittadini di (quasi) tutto il mondo si tengono informati. E ha più a che vedere con il modo di come l’informazione viene diffusa che con il modo in cui viene creata.

Proprio perché, come accennato, identificare il livello di verità di un’informazione è un compito difficile, la reputazione delle fonti è sempre stato un aspetto cruciale nell’acquisire informazioni sul mondo. E fino a tempi piuttosto recenti, acquisire la proprietà di un mezzo di informazione – che fosse un giornale, un’emittente radio o un canale televisivo – era un’attività costosa. Ciò creava un circolo virtuoso (con le dovute eccezioni, ovviamente) per cui i mezzi di informazione stimati avevano un forte incentivo a evitare di passare notizie di bassa qualità, che gettassero discredito su di essi di fronte alla loro clientela; allo stesso tempo, gli utenti tendevano a concentrarsi intorno a pochi canali informativi più importanti perché considerati più affidabili. Se si fosse tracciato il flusso di informazioni, sarebbe assomigliato alla rete a stella in figura 1.10b.

Come sintetizzato nell’articolo The science of fake news (La scienza delle «fake news»), scritto dallo scienziato politico David Lazer insieme a un cast impressionante di coautori (spoiler: come utilizzare il metodo scientifico per combattere le fake news è lasciato come domanda aperta), «Internet ha abbassato il costo di ingresso di nuovi concorrenti [...] e ha indebolito il modello di business delle fonti tradizionali di informazione, che godevano di alti livelli di fiducia pubblica e credibilità» [Lazer et al. 2018].

Che Internet abbia abbassato il costo di ingresso per nuove fonti di informazioni può sembrare una banalità: i siti web sono certamente più economici delle macchine rotative (purtroppo per i registi, che nei film si ritrovano costretti a sostituire riprese come quelle che ricorrono in Quarto potere con riprese minimaliste di schermi con un tasto «Pubblica»). Ma la vera ragione per cui competere con i grandi attori è diventato, per un nuovo partecipante, molto più facile non è legata solo alla difficoltà di avviare l’iniziativa e creare i contenuti, ma alla difficoltà di raggiungere un proprio pubblico: e questa è stata immensamente ridotta da Internet. Tradizionalmente, il pubblico di ogni testata giornalistica era piuttosto affezionato, in parte perché, ripetiamolo, il numero di concorrenti era abbastanza limitato, ma in parte per una limitazione più fisica: non c’era modo di segnalare, o farsi segnalare articoli da altri giornali in una manciata di secondi. Questo è esattamente ciò che invece succede con i giornali online e i social network. La facilità con cui si può creare un sito web può avere indebolito il vantaggio competitivo dei giornali consolidati, ma sono i pulsanti «like», «condividi», «retweet» e «inoltra» che hanno permesso a nuovi attori di fare colpo. Hanno completamente cambiato il nostro modo di consumare l’informazione, da



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