La Sedia Vuota by Jeffery Deaver

La Sedia Vuota by Jeffery Deaver

autore:Jeffery Deaver [Deaver, Jeffery]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: Thrillers
pubblicato: 2000-02-08T21:00:00+00:00


Nell'ufficio della contea, Amelia Sachs trovò Rhyme irascibile proprio come si era aspettata.

«Coraggio, Sachs, dai una mano al povero Ben con l'equipaggiamento e andiamocene di qui. Ho detto alla dottoressa Weaver che sarei arrivato in ospedale entro la fine dell'anno.»

Ma lei rimase in piedi accanto alla finestra, a guardare fuori. «Rhyme...»

Il criminologo sollevò lo sguardo, studiandola come avrebbe fatto con una prova che non riusciva a identificare. «Non mi piace, Sachs.»

«Cosa?»

«Non mi piace neanche un po'. No, Ben, devi togliere il braccio prima di metterla via.»

«Il braccio?» Lo zoologo stava lottando per richiudere un'ALS, una fonte di luce alternativa usata per individuare sostanze invisibili a occhio nudo.

«L'asta», spiegò Amelia, e andò ad aiutarlo.

«Grazie.» Il giovane cominciò ad arrotolare uno dei cavi del computer.

«L'espressione che hai, Sachs. È questo che non mi piace. La tua espressione e il tono della tua voce.»

«Ben, potresti lasciarci soli per cinque minuti?» domandò lei.

«No, non può», ribatté Rhyme bruscamente. «Non abbiamo tempo. Dobbiamo finire di mettere via l'attrezzatura e andarcene di qui.»

«Solo cinque minuti», insistette lei.

Ben spostò lo sguardo da Rhyme all'agente Sachs e, dal momento che Amelia lo fissava con occhi imploranti, e non pieni di rabbia, decise di dare retta a lei e uscì dalla stanza.

Rhyme cercò di giocare d'anticipo. «Sachs, abbiamo fatto tutto quello che potevamo... abbiamo salvato Lydia... abbiamo preso il colpevole. Lui sceglierà il patteggiamento e rivelerà il nascondiglio nel quale tiene Mary Beth.»

«Non vuole dirlo.»

«Ma questo non è un nostro problema. Non c'è altro che noi...»

«Non penso che lo abbia fatto.»

«Non pensi che abbia ucciso Mary Beth? Può darsi di no, ma...»

«Voglio dire... non penso che abbia ucciso Billy.»

Rhyme scosse la testa, come se volesse scostare dalla fronte una fastidiosa ciocca ribelle. «Tu credi a quella storia dell'uomo in tuta marrone a cui accennava Jim?»

«Sì, ci credo.»

«Amelia, Garrett è un ragazzo con molti problemi e ti dispiace per lui. Anche a me dispiace per lui. Ma...»

«Questo non c'entra niente.»

«Hai ragione, non c'entra niente», ribatté seccamente il patologo. «L'unica cosa che conta sono le prove. E le prove dimostrano che non esiste nessun uomo in tuta e che Garrett è colpevole.»

«Le prove suggeriscono la sua colpevolezza, Rhyme, ma non la dimostrano. Le prove possono essere interpretate in molti modi diversi. E per di più sono in possesso di nuove prove.»

«Per esempio?»

«Mi ha chiesto di prendermi cura dei suoi insetti.»

«E con ciò?»

«Be', non sembra un po' strano anche a te che un assassino a sangue freddo si preoccupi del destino di quelle stramaledette bestioline?»

«Questa non è una prova, Sachs. È la sua strategia. È una guerra psicologica: sta cercando di fare breccia nelle nostre difese. Il ragazzo è molto intelligente, non dimenticartelo... ha un alto quoziente intellettivo, ottimi voti a scuola. E pensa alle sue letture. Sono libri difficili, e lui ha imparato molto dagli insetti. Gli insetti non hanno un codice morale. Pensano solo a sopravvivere. Questa è la lezione che Garrett ha imparato. Questa è stata la sua educazione.»

«Ricordi quella trappola che ci ha teso, la fossa ricoperta di rami di pino?»

Lui annuì.



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