La Semplice Verita by David Baldacci

La Semplice Verita by David Baldacci

autore:David Baldacci [Baldacci, David]
Format: epub
pubblicato: 1998-12-27T22:00:00+00:00


35

La baracca era nel cuore di una folta foresta in una delle zone più remote della Pennsylvania sudoccidentale, là dove s'insinua in West Virginia. L'unico accesso era garantito da una sterrata fangosa e scavata dalle ruote. Josh rientrò. Dalla cintola gli sporgeva il calcio della calibro 9. Le sue scarpe erano sporche di argilla rossa e aghi di pino. Il pick-up era ben protetto dalle fronde di un noce enorme, ma Josh aveva voluto prendere l'ulteriore precauzione di coprirlo con una rete mimetica. La sua preoccupazione maggiore era che li individuassero dal cielo. Per fortuna le notti non erano ancora troppo fredde: non poteva arrischiarsi ad accendere un fuoco, di cui sarebbe stato impossibile controllare il fumo.

Rufus sedeva per terra, appoggiato alla parete, con la Bibbia sulle ginocchia. Stava finendo di bere una lattina di Coca, e indossava gli indumenti che gli aveva dato il fratello.

«Tutto bene?»

«Solo scoiattoli. Come ti senti?»

«Felice come una pasqua e tremante di fifa.» Rufus scosse la testa e sorrise. «È bello essere liberi, seduti in pace a farsi una Coca senza l'ansia che da un momento all'altro qualcuno ti salti addosso.»

«Guardie o detenuti?»

«Tu che cosa pensi?»

«Io penso le une e gli altri. Sono stato dentro anch'io per un po', sai? Potremmo scriverci sopra un libro, tu e io insieme.»

«Quanto tempo resteremo qui?»

«Un paio di giorni. Finché le acque si saranno calmate. Poi scendiamo in Messico. Laggiù si può vivere bene con un decimo di quello che serve qui. Ci sono stato qualche volta dopo la guerra, da alcuni miei ex commilitoni che si sono trasferiti lì. Loro ci aiuteranno a entrare e a sistemarci: troveremo una barca, pescheremo e vivremo in spiaggia. Ti va?»

«Anche vivere in una fogna mi sembrerebbe un paradiso.» Rufus si alzò. «Ho una domanda da farti.»

Il fratello si appoggiò alla parete, cominciando a tagliare una mela con il suo temperino. «Ti ascolto.»

«Il tuo pick-up era pieno di provviste, e oltre ai vestiti che sto indossando adesso c'erano due fucili e quella pistola.»

«E allora?»

«Allora voglio sapere se non sembra una strana coincidenza anche a te che tu avessi già tutta quella roba pronta prima di venirmi a trovare.»

Josh mandò giù un boccone di mela. «Devo pur mangiare. Quindi devo andare a fare provviste, no?»

«Già, ma niente roba fresca, né latte né uova, niente del genere. Tutto scatolame.»

«Sono abituato così dai tempi della guerra. Si vede che non mi va di cucinare.»

«E giri sempre con quell'arsenale?»

«Sarà il Vietnam ad avermi contagiato. Una specie di deformazione professionale.»

Rufus si tirò la camicia, grande come una bandiera. «E poi non è che la mia taglia si trovi ai grandi magazzini. Eri venuto già pronto a farmi evadere, vero, Josh?»

Josh finì la mela e buttò il torsolo dalla finestra aperta. Poi si asciugò le mani nei jeans.

«Senti, Rufus, io non ho mai capito perché hai ucciso quella bambina. Ho capito però che quando lo hai fatto non eri in te. Quando ho ricevuto quella lettera dall'Esercito, mi è passato per la testa che ci fosse sotto qualcosa.



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