La Tana Del Lupo by James Patterson -

La Tana Del Lupo by James Patterson -

autore:James Patterson - [Stevenlob]
Format: epub
Tags: Thrillers
pubblicato: 2003-01-28T14:00:00+00:00


58

Quella sera stessa il Lupo aveva appuntamento con due giocatori professionisti di hockey nel New Jersey, al Caesars di Atlantic City. La suite che aveva prenotato aveva la tappezzeria dorata, grandi finestre con vista sul mare e una Jacuzzi nel soggiorno. Per rispetto nei confronti degli ospiti, che erano due celebrità, si mise un gessato di Prada.

Il suo contatto era il ricco gestore di una televisione via cavo, che si presentò nella suite Nerone con i due atleti, Alexei Dobushkin e Ilia Teptev. Giocavano in difesa nei Philadelphia Flyers ed erano considerati dei duri, perché erano grandi e grossi, veloci e aggressivi. Il Lupo era convinto che non fossero poi così duri, ma l'hockey era uno sport che gli piaceva.

«Mi piace l'hockey giocato all'americana», disse accogliendoli con un gran sorriso e la mano tesa.

Alexei e Ilia risposero con un cenno del capo e nessuno dei due gli strinse la mano. Il Lupo si offese, ma non lo diede a vedere. Continuò a sorridere e pensò che erano stupidi, non sapevano con chi avevano a che fare, avevano preso troppe botte in testa giocando.

«Bevete qualcosa?» chiese agli ospiti. «Una Stolichnaja? O preferite qualcos'altro?»

«Per me niente, grazie», disse l'intermediario. Aveva l'aria terribilmente piena di sé, come tanti americani.

Con lo stesso disinteresse che avrebbe riservato a un barista o a un cameriere dell'albergo, Ilia rispose: «Nyet». Aveva ventidue anni ed era nato a Voskresensk, in Russia. Era alto uno e novantaquattro, aveva la testa quadrata, capelli a spazzola, guance ispide, ma non propriamente coperte di barba, e un collo taurino.

«Non mi piace la Stoly», disse Alexei che, come Ilia, portava un dolcevita scuro sotto una giacca di pelle nera. «Ha mica una Absolut? O del gin Bombay?»

«Certo.» Il Lupo annuì cordialmente e andò al mobile bar, rivestito di specchi, dove preparò i drink pensando alla mossa successiva. La situazione lo divertiva. Era diversa dal solito: nessuno aveva paura di lui.

Si accomodò sul divano fra i due sportivi e li guardò in faccia, prima uno e poi l'altro, sempre sorridendo. «È tanto che siete lontano dalla Russia, vero? Forse un po' troppo», disse. «Bevete gin Bombay? Avete dimenticato le buone maniere?»

«Ci hanno detto che lei è un tipo tosto», replicò Alexei, che era sulla trentina e, a giudicare dai muscoli, doveva fare pesi tutti i giorni. Era alto più di uno e ottanta e doveva pesare almeno cento chili.

«No, no», rispose il Lupo. «Sono un imprenditore come tanti in America di questi tempi. Niente di speciale. Non sono più un duro. Allora, dicevamo, i patti sono chiari per la partita di Montreal?»

Alexei guardò l'uomo della televisione e disse: «Ne parli con lui».

«Alexei e Ilia pensavano a qualcosa di più movimentato, rispetto a quello che avevamo detto in origine», spiegò questi. «Capisce cosa intendo dire?»

«Mi piace il movimento», disse il Lupo all'intermediario con un gran sorriso. «Mi piace anche šalit'. Che in russo vuol dire fare monellerie.»



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