La tentatrice by Mary Balogh

autore:Mary Balogh [Balogh, Mary]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: rosa
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Per dieci giorni a Morgan sembrò di vivere in una nebbia di irrealtà. Spiegò tutto a Wulfric, e quello che era accaduto si riversò dalle sue labbra come un torrente in piena in quel salottino privato alla locanda. Altre informazioni le furono estratte dalle precise domande del fratello, sia allora che durante l’interminabile viaggio verso Londra, il giorno successivo. Lei gli raccontò tutto quello che sapeva della scomparsa di Alleyne, del ritrovamento della lettera, prova almeno all’apparenza incontrovertibile che Alleyne era stato ucciso. Gli raccontò dei Caddick, e della loro decisione di tornare a casa, rifiutando di fermarsi a Bruxelles ancora un giorno con lei. Gli raccontò di come la signora Clark l’avesse ospitata, offrendole un rifugio temporaneo, e della dedizione con la quale loro e le altre mogli dei militari avevano accudito i feriti.

Morgan capì che la storia raccontata da lady Caddick quando si era presentata a Bedwyn House, in preda all’indignazione, doveva essere stata un po’ diversa dalla sua. La donna non aveva accennato al fatto che Alleyne fosse disperso, o che Morgan si prodigasse per i feriti. Nella versione di lady Caddick, Morgan si era semplicemente comportata come una ragazzina cocciuta, corrotta e disobbediente, che aveva rifiutato di allontanarsi dai piaceri della città e dai giovanotti, tutti inadatti, che le giravano attorno, in particolare il conte di Rosthorn.

— E tu hai creduto — chiese altera Morgan, voltando la testa per guardare fuori dal finestrino della carrozza — che io fossi rimasta a Bruxelles per soddisfare la mia frivolezza, Wulf? Mi conosci così poco?

— Sembrerebbe di sì — ammise il fratello. — Di certo non mi aspettavo che tu fossi tanto spavalda da disfarti di una chaperon come di un cappellino vecchio. A ogni modo, non mi aspettavo neppure che la tua chaperon si disfasse di te. Ho già scambiato un paio di parole sull’argomento con lady Caddick, prima di congedarla.

A Morgan sarebbe piaciuto essere stata una testimone invisibile di quella scena, che senza dubbio doveva aver fatto sentire la contessa alta soltanto un paio di centimetri.

Cercò diverse volte di raccontare al fratello di quanto fosse stato gentile con lei il conte di Rosthorn, ma ogni volta lui l’ascoltava senza commenti e poi parlava di qualcosa d’altro. Wulfric, naturalmente, non poteva capire che non vi era stato nulla di ordinario nelle ultime due settimane, che le ordinarie norme dell’etichetta e della decenza le erano sembrate assolutamente irrilevanti. Ma c’era, innegabilmente, la grande macchia di quello che era accaduto tra loro durante quell’ultima sera a Bruxelles. Era difficile credere che avessero potuto permettere che accadesse.

— Conoscevi già il conte di Rosthorn? — chiese a Wulfric a un certo punto, mentre erano in viaggio.

— Abbastanza da sapere che non è uno chaperon adatto a te — rispose lui. — Spero che la locanda che stiamo per raggiungere sia la stazione di cambio. E spero che qualcuno mi spiegherà come mai siamo in ritardo di mezz’ora.

Nove anni prima, Wulfric aveva ventiquattro anni. Senza alcun dubbio doveva aver conosciuto il conte. E

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