La tua giustizia non è la mia by Gherardo Colombo Piercamillo Davigo

autore:Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Diritto
editore: Longanesi
pubblicato: 2016-09-08T00:00:00+00:00

C: In effetti sono convinto che la certezza della pena sia un mito ingiustificato nel senso opposto a quello che ritieni tu. A mio parere la restrizione della libertà personale deve essere rapportata alla pericolosità: quando questa cessa, deve cessare anche la restrizione.

4

CARCERE A VITA?

D: In Italia ci sono due forme di ergastolo. Quello cosiddetto «ostativo» e l’altro, che determina, di fatto, una pena temporanea. Se un detenuto condannato all’ergastolo tiene una condotta regolare e non incorre in punizioni, uscirà, ragionevolmente dopo ventotto anni, tenendo conto inoltre del fatto che l’anno viene calcolato in nove mesi e non dodici. Dunque, non è una pena che toglie del tutto la speranza. Anzi, incentiva a comportarsi bene perché l’unica possibilità che ha a disposizione il detenuto è proprio questa. Se si comporta in un certo modo sa che uscirà. Altrimenti, starà per sempre in carcere. L’ergastolo ostativo riguarda sostanzialmente soggetti che, nella criminalità organizzata, si sono macchiati di crimini terribili come le stragi, gli omicidi. In questo caso è lo Stato che ricorre a una forma di difesa sociale estrema: se hai commesso una strage come quella di Capaci, sai che non uscirai mai più dalla galera. Ma il sistema è credibile solo se a qualcuno glielo fai fare davvero un ergastolo ostativo. Quando sento dire che Provenzano era malato, che anche Riina non sta bene... Certo, a ottant’anni si può anche aver esaurito la propria pericolosità sociale, ma sul crimine organizzato continuo ad avere più di una perplessità. Un capo potrebbe comunque convocare riunioni del clan, decidere omicidi. Il soggetto, insomma, deve aver dimostrato in maniera seria e concreta di non fare più parte di una certa organizzazione. Anche perché, se ciò non accade, quando torna a casa viene accolto come un re. Non come un vecchietto che va in pensione. Pensiamo a quello che succede in Calabria, pensiamo al trattamento riservato ai patriarchi della ’ndrangheta, che vengono sempre ricordati, anche quando assenti, con l’inchino di fronte alla loro abitazione, durante la processione locale. Per testimoniare che il ricordo della comunità è ancora vivo. Di nuovo, la differenza tra me e te, è che io guardo al contesto complessivo, tu al singolo individuo.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.