La Via Della Seta by Luce Bouilnois

autore:Luce Bouilnois
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-03-21T00:00:00+00:00

Tang erano padroni del Tarim, della Zungaria, del Pamir e del Wakhan, ed erano alleati del Fergana.

Gao Xianzhi, che ebbe il merito di aver “riportato nell’alleanza i 72 regni”, fu nominato governatore militare delle quattro guarnigioni. Un anno dopo, non riuscì a evitare alla Cina una delle disfatte più grandi della sua storia, nel primo e ultimo scontro che vide le armate cinesi impegnate contro l’impero musulmano.

Nel 750, nel quadro di un’aggressione e di un movimento anticinese da parte del re di Tashkent e di gruppi turchi, il Fergana chiese l’aiuto della Cina: il suo braccio armato Gao Xianzhi assediò e prese Tashkent, e sconfìsse anche l’alleato turco; dopo aver saccheggiato la città, sterminato vecchi e inermi e ridotto in schiavitù il resto della popolazione, fece prigionieri e portò, o fece portare, a Chang’an re e capi turchi (e tibetani) implicati nell’affare. Ma il figlio del re di Tashkent era riuscito a fuggire e a giungere a Samarcanda, dove per il califfato comandava Ziyad ibn Salih al-Khuzai. Questi chiese rinforzi al governatore del Khorassan.

Nel 751, Gao Xianzhi, avvertito dell’avvicinarsi dell’esercito arabo, fece avanzare verso ovest le truppe, rinforzate dai gruppi turchi Qarluq e da truppe del Fergana; l’esercito di Ziyad ibn Salih, che riuniva le truppe sogdiane e quelle del Khorassan, affrontò l’armata cinese per cinque giorni davanti alla città d’Atlakh", vicino a Taraz, l’attuale Giambul, nel Kazakhstan. I Cinesi, traditi dai Qarluq, passati al nemico, furono messi in rotta, si ritirarono con difficoltà, dovendo attraversare una gola ostruita dai fuggiaschi. Gao Xianzhi riuscì a fuggire. Migliaia di soldati cinesi furono fatti prigionieri e condotti a piedi fino a Samarcanda.

Nonostante ciò, il generale musulmano non si spinse più in avanti verso est: per molto tempo, l’influenza cinese da una parte e l’influenza arabo-persiana dall’altra si fermarono su quello spartiacque.

Tra le migliaia di prigionieri cinesi civili o militari catturati da Ziyad ibn Salih si trovavano setaioli, orafi e operai esperti della fabbricazione della carta, produzione che fino ad allora pare fosse rimasta un’esclusiva cinese, almeno per quella sorta di supporto alla scrittura che non consiste nel papiro, come in Egitto, né nella corteccia di betulla come in Russia, e neppure nelle foglie d’albero come in India. I setaioli furono trasferiti a Kufa, nell’attuale Irak, allora capitale del califfato, dove rimasero fino al 762, data in cui furono portati a Baghdad, la nuova capitale fondata recentemente. Uno di questi viaggiatori coatti, chiamato Duhuan, dovette recarsi a Kufa e più tardi, nel 762, ebbe la fortuna di ritornare al suo Paese. Il racconto delle sue avventure, il cui testo originale è andato perduto, è stato riportato in un’enciclopedia cinese: secondo Duhuan si dovrebbe ad artigiani e artisti cinesi l’aver trasmesso agli Arabi, a Kufa, la tessitura della seta leggera, la lavorazione dell’oro e dell’argento, e l’arte della pittura. Cita anche il nome e la provincia d’origine dei maestri cinesi.

I tecnici cinesi della carta furono invece trasferiti a Samarcanda, grande centro librario. Qui venne insegnata ai vincitori la tecnica di produzione della carta, ed

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