L’impronta del gatto by Augusto de Angelis

L’impronta del gatto by Augusto de Angelis

autore:Augusto de Angelis [De Angelis, Augusto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective
ISBN: 9788838922329
editore: Sellerio editore
pubblicato: 2007-07-18T22:00:00+00:00


11

Interrogatorio

Quando Vera Campostella cominciò a gridare come una spiritata, ché l’irruzione di suo fratello aveva scatenato in lei il diavolo sonnecchiante, De Vincenzi, sentendosi avvolgere da una nube di pazzia, reagì con rapidità.

Stringendo nel pugno la fialetta vuota raccolta in terra, si gettò giù per lo scalone, discese nell’atrio e mandò il portinaio a chiamar Cruni e i due agenti di fazione.

Gli ordini furon dati brevi e precisi: i due uomini si mettessero di guardia sul pianerottolo del primo piano con la consegna tassativa di non far passare alcuno che non fosse accompagnato dal commissario; Cruni risalisse con lui.

De Vincenzi rientrò nel salone... Appena ne ebbe varcata la soglia, la sua agitazione nervosa gli accelerò il sangue alle tempie. «Calma» si disse «calma!». Qui c’era da dominare una situazione che richiedeva nervi solidi e una perfetta padronanza dei propri centri inibitori. Tutti coloro, o quasi tutti, erano maturi per Mombello; ma era altrettanto vero che assai probabilmente tra essi si trovava un assassino niente affatto pazzo. E a lui incombeva il dovere di individuarlo e di obbligarlo a smascherarsi.

Jacques Campostella s’era seduto in terra, in mezzo alla sala; e per fortuna gli voltava le spalle, ché altrimenti avrebbe certo ricominciato a gridare. Presso di lui Escamillo e don Viciente sembravano indecisi. Vera Campostella, per uno di quei suoi rapidi collassi dopo la crisi, s’era seduta di nuovo e sbarrava gli occhi nel vuoto, con l’espressione della più beata incoscienza. Donna Florastella, tra le due ragazze, aveva riacquistato il dominio di se stessa e riusciva ad apparire serena.

Il cugino Oscar, appoggiato allo stipite sulla soglia della camera di Juan José, osservava attorno a sé. Aveva lo sguardo stranamente concentrato e vigile.

Il dottore, con la borsa nera sotto il braccio, non attendeva che il ritorno del commissario, per andarsene.

Dalla porta aperta della camera di Dan veniva sempre la voce sommessa e uguale delle suore che pregavano. Le parole della litania si sgranavano nette.

... Domine, animam ejus!

De Vincenzi andò risolutamente a quella porta e la chiuse. La cantilena cessò di colpo.

– Dottore, voi che siete il medico curante della famiglia, potete dirmi se questo giovane è completamente pazzo o se è possibile che io gli strappi qualche risposta sensata, interrogandolo?...

Il medico lo guardò stupito.

– Che cosa? – chiese, ma subito sembrò riprendersi. – Capisco... No, commissario, il signor Jacques ha subito nel passato un forte trauma psichico, che gli ha alterato il sistema nervoso, influendo anche sui suoi riflessi fisiologici. In parte la sua ragione è obliterata: ma non è pazzo, in quanto non ha alcuna lesione psichica vera e propria. La sua è una forma blanda di monomania.

– Volete dire che capisce e che è dotato di un normale potere discriminativo?

– Non sempre. Nel periodo delle crisi, naturalmente no.

– Ha la memoria dei fatti e delle cose?

– La chiamerei una memoria latente. Mi spiego. Egli comprende, afferra e incide nella memoria i fatti a cui assiste e gli oggetti che vede. Non sempre, però, riesce a rendere questo ricordo operante, anche perché



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