L’ITALIA E LA CIVILTÀ TEDESCA by UGO OJETTI

L’ITALIA E LA CIVILTÀ TEDESCA by UGO OJETTI

autore:UGO OJETTI [OJETTI, UGO]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


IL ROMANTICISMO TEDESCO

Il Romanticismo è la tipica arte d’un popolo che non ha avuto il Rinascimento. Quell’individualismo soddisfatto e licenzioso che era una degenerazione del libero esame luterano e che corrispondeva al particolarismo politico degli staterelli germanici e all’anarchia feudale riconsacrata a metà del Seicento dal Trattato di Vestfalia, rimaneva sempre alla fine del settecento il precipuo carattere dell’anima e della civiltà tedesca. Quando Federico II che aveva imparato sotto Eugenio di Savoja il mestiere dell’armi e da Machiavelli e da Colbert la scienza del governo e la teoria della Ragione di Stato e nella cultura francese e italiana, da Voltaire ad Algarotti, aveva rinfrescato ed aguzzato il suo spirito alacre ed audace, fa sentire il peso d'una volontà accentratrice e chiede obbedienza, concordia ed abnegazione, quell’egoismo scoppia come un uragano, come un delirio. Sturm und Drang, Uragano ed Impeto, si chiamerà allora il primo movimento poetico tipicamente anarchico e tedesco, prendendo il suo nome da una noiosa e presuntuosa tragedia di Massimiliano Klinger rappresentata nel 1776. Sfrenato, stravagante, pazzesco, amorale, tutto orgoglio e ostentazione, questo movimento da cui uscì il Romanticismo tedesco, rivendica con un fare (oggi si direbbe) da futurista i diritti dell’originalità contro le convenzioni sociali e le leggi morali, i diritti dell’avvenire contro il passato, il diritto dell’istinto e della passione contro la ragione. E Federico il Grande gli si pone subito contro, scrive addirittura un libro sulla letteratura tedesca per provare che non c’è letteratura tedesca, e che perfino il Goetz von Berlichingen del giovane Goethe è una povera imitazione del barbaro Shakespeare.

Ma la fonte più copiosa di tutto il torrente romantico scende di Francia, è l’opera di Rousseau. Nel Discorso sull’origine dell’ineguaglianza, nell’Emile, nella Nouvelle Heloise si ritrovano tutti gli spunti dello Sturm und Drang e poi del romanticismo tedesco: l’idea dell’uomo corrotto dalla società, l’idea della bontà e della felicità dell’uomo primitivo in confronto all’uomo sociale, i danni dell’educazione, l’origine iniqua della giustizia. E i tedeschi allora e poi lo dichiararono senza ambagi. Herder allora chiama Rousseau il suo santo e il suo profeta. Kant dichiara che Rousseau lo ha scosso dal sonno dogmatico.

A questi elementi stranieri già fissati in opere definitive e, si può dire, immortali, che aggiunsero allora gli scrittori tedeschi?

Sarebbe ingiusto dire che aggiunsero solo l’enfasi, perché a quelle teorie credettero e si abbandonarono con tanto candore tedesco che dalla loro stessa sincerità il movimento, se molto acquistò di ridicolo, anche molto acquistò d’impeto, e in taluni, come Novalis, di profondità. I più si sforzarono a vivere (ed era più facile) come scrivevano. Qualcuno come il Lenz finisce in manicomio. Herder per tutta la vita è sotto l’incubo della persecuzione. Il giovane Goethe, coi fratelli Stolberg suoi compagni allora nello Sturm und Drang, passando da Darmstadt si bagna ignudo davanti alla popolazione spaventata. A Elberfeld si mette a danzare intorno alla tavola dell’albergo, gli occhi fuori della testa, mentre i presenti fuggono ché lo credono impazzito. Ah, signori, solo a leggere la storia aneddotica di quel gruppo letterario in quelli



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