L'altra spesa by Michele Bernelli Giancarlo Marini

L'altra spesa by Michele Bernelli Giancarlo Marini

autore:Michele Bernelli, Giancarlo Marini [Marini, Michele Bernelli, Giancarlo]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2020-03-03T23:00:00+00:00


SCARPE CHILOMETRO ZERO

Han fatto tutto da sé, da veri artigiani. E in silenzio, con il passaparola, hanno iniziato a calzare i GAS. Poi sono arrivati i riflettori di Report (ottobre 2009), e le “scarpe solidali” del Calzaturificio Astorflex sono diventate un’icona della filiera corta e sostenibile. L’idea è stata di Gigi Perinello, rappresentante di suole. Ce la racconta così: “Da socio di un GAS, qui a Padova, ho visto le potenzialità di un nuovo modo di produrre e stare sul mercato anche per il mio settore. Ne ho parlato con Fabio Travenzoli, titolare di Astorflex. Delocalizzare una parte della produzione in Romania non lo aveva salvato dalla crisi e da un primo giro di cassa integrazione. Facile capire il perché: loro lavorano soprattutto come terzisti; bene, gli restano 20 euro, nel migliore dei casi, per scarpe che poi sul mercato vanno a 150. Ma siccome al ribasso non c’è fine, oggi le multinazionali della calzatura vanno nel Sudest dell’Asia dove il prodotto costa loro meno della metà. Allora abbiamo deciso di puntare su una filiera del tutto diversa. Abbiamo detto: vediamo se così si può tornare a fare qualità a prezzi ragionevoli. E abbiamo scelto una scarpa su cui provare il sistema”.

Il modello ideale per provare è stato individuato nelle polacchine,rese famose negli anni Settanta dal marchio Clarks, che uniscono semplicità a un vago sapore di controcultura. Oggi suona meglio chiamarle desert boots. Quelle di Astorflex sono diverse non soltanto perché non si trovano in negozio.

“Abbiamo rimesso il cuoio dove ormai tutti usano tessuti e materiali di scarto. Abbiamo chiesto ai fornitori garanzie che provenisse solo da allevamenti italiani, per un fatto di qualità oltre che di filiera corta. Siamo tornati per sottopiede e fodera interna, le parti che stanno a contatto con i piedi, ai sistemi di concia con tannini vegetali, al posto di quelli al cromo. La pelle sta a bagno 45 giorni in estratti di mimosa o castagno, con il cromo basta una settimana, ma il conto lo pagano l’ambiente e i nostri piedi. Per fortuna abbiamo trovato in Toscana alcune concerie che ancora conoscevano questi metodi antichi. La suola è in para naturale”.

Nessun logo, non è necessario. E l’etichetta, trasparente, si trova anche sul sito: 15 euro di materiali, 10,60 euro di manodopera, 2 euro di provvigioni, 4 di spese generali, 3,30 di utile, 6,60 di IVA. Totale: 42.Ma come, la tivù non ha detto che erano 36? “Beh, abbiamo rifatto i conti, accorgendoci di aver perso per certe lavorazioni, oltre che esperienza, anche la cognizione dei costi. Ma lo raccontiamo per bene nelle serate di presentazione che facciamo con i GAS. Gli raccontiamo anche, senza far nomi, cosa c’è dentro alle scarpe di marca, le finte fodere, le croste di scarto al posto delle pelli, gli strati di plastica”.

Tutte cose che conoscono per esperienza diretta. Astorflex non vive di soli GAS. Il grosso del fatturato deriva sempre dall’attività di terzista per le griffe della calzatura. Ma in un anno la quota della produzione destinata ai GAS ha superato il 10%.



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