L'amore ai tempi di Pablito by Luigi Garlando

L'amore ai tempi di Pablito by Luigi Garlando

autore:Luigi Garlando [Garlando, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2021-01-04T12:00:00+00:00


10

Germano Lorenzon sdraia sul bancone del Mezza Stella un astuccio nero che potrebbe contenere un clarinetto, ma più probabilmente un fucile, perché Martiro-a-Segno lo sta aspettando sul linoleum con un arnese del genere in braccio e un gilet da cacciatore.

«Chi ha vinto l’ultima sfida ai piattelli?» chiede Francisco Valenzuela, comparso dalle scale con la zaino viola in spalla.

Lorenzon risponde con una domanda: «Ci hai pensato bene, allora?».

Pesca la busta con i soldi dalla casella della due di picche e la lancia sul bancone.

Cisco evidentemente se lo aspettava, perché ribatte come in una partita a scopa gettando un’altra busta bianca. Oltre alle chiavi della due di picche.

«Era un buon consiglio. Lo stesso che ti ho dato io in spiaggia, ricordi?» chiede il poliziotto, toccandosi il berretto blu dei New York Yankees.

«Anche mio nonno sta per gli Yankees.»

Lo spagnolo fa un passo di lato per smarcarsi dal pistolero e si avvia verso il parcheggio.

Martiro-a-Segno si avvicina al bancone per osservare il foglio che Lorenzon ha estratto dalla busta. È pieno di puntini fatti con una biro blu, alcuni dei quali numerati.

L’omone li unisce, senza righello, e il poliziotto legge: «Resto».

Non fa più di cinque chilometri e sente un rumore di ferraglia.

«O mi hanno attaccato delle pentole e il cartello “Oggi sposi” oppure ho forato.»

Il caldo e la totale inettitudine alla manualità automobilistica gli suggeriscono di chiedere informazioni sul più vicino gommista, senza scomodare sensi di colpa o flessioni d’autostima. Ci mancherebbe. Uno non deve mica saper fare tutto nella vita. Se suoni la gaita galiziana, puoi gonfiare una ruota, non ripararla. Nella sfortuna, Francisco Valenzuela è anche fortunato. Il postino in bicicletta mima soltanto un paio di svolte per indicare la strada che porta all’officina Giacobetti. Ci può arrivare sferragliando, senza il rischio di danneggiare i cerchioni.

«Disturbo?» domanda a un paio di gambe infilate sotto un’Alfa 156 verde.

Non avendo ottenuto risposta, lo spagnolo si piega sulle ginocchia e descrive il problema più da vicino: «Buongiorno. Ho una gomma a terra e un impegno importante a Reggio Emilia. Potrebbe…».

«Mi spiace. Sono da solo e prima di oggi pomeriggio non mi sbrigo.»

«Guardi, non insisterei se non fosse una cosa urgente. Mi aspettano…»

Il gommista si rende visibile scivolando sulle rotelle che ha sotto la schiena.

«È quella?» chiede indicando il carro funebre con un cenno del mento.

«È quella.»

Con un colpo di tacchi, metà gommista sparisce di nuovo sotto l’Alfa 156: «Chi deve andare a prendere ormai ha un sacco di tempo da perdere. Non c’è fretta».

«Il guaio è che sono già passato a prenderlo.»

Il gommista rotola fuori un’altra volta con un’espressione molto più partecipe: «Vuole dire che dentro la cassa…».

Cisco abbassa il mento.

«La porti dentro che libero il ponte.»

«Grazie, lei è molto sensibile.»

Riparazione e sostituzione durano non più di dieci minuti.

«Fatto» annuncia il gommista per richiamare l’attenzione del cliente che sta studiando da molto vicino il vecchio poster di una donna in ginocchio, senza vestiti, accanto alla foto di un sorridente Gilles Villeneuve, morto nel 1982.

«Moana, vero?» chiede Cisco.

Il gommista conferma e porge il chiodo che ha estratto dalla ruota.



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