L'Angelo Nero (Eden Vol. 1) (Italian Edition) by Eddy Morello

autore:Eddy Morello [Morello, Eddy]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-04-06T22:00:00+00:00

Nonostante fuori fosse calata la notte, appena dentro al santuario, Nidal aveva dovuto attendere alcuni istanti affinché i suoi occhi si adattassero alla penombra.

Prima di entrare lì neppure ci aveva fatto caso ma, fuori, le fiamme illuminavano a giorno la città, e scaldavano quanto il sole. Il loro crepitio era assordante.

Lì dentro, invece, il buio la faceva da padrone, e Nidal aveva sentito la sua pelle, imperlata di sudore, divenire subito fredda.

Tutti i suoni gli giungevano smorzati dalle pareti.

Si era passato il dorso della mano sulla fronte, per detergere il sudore che gli stava colando negli occhi.

Quando la vista era ritornata a fuoco, al centro del salone aveva visto un masso, che era evidentemente caduto dal cielo, ed aveva trascinato con sé una porzione del tetto. Travi e calcinacci erano sparsi ovunque, e proprio in quel momento, davanti ai suoi occhi, ne erano caduti altri.

Nidal si era messo a correre e aveva attraversato la navata centrale. Quando si era trovato in prossimità del buco nel soffitto, aveva alzato gli occhi e si era spostato nella navata di destra, passando in mezzo alle tozze colonne portanti.

Sia mai che mi cada addosso qualche fottuta trave.

Guardando in terra, accanto alla zona ricoperta di macerie aveva notato una chiazza rosso scarlatto, larga almeno un paio di braccia. Era proprio nel centro del salone, ed era circondata da evidenti segni di bruciature.

Chiunque abbia perso tutto quel fottuto sangue non deve essere andato molto lontano, ammesso che sia ancora vivo.

Ma non aveva visto corpi lì intorno, di nessuna razza.

Sul lato opposto all'ingresso del santuario, dietro un altare sacrificale, una porta in legno dava accesso alla base della torre.

Era aperta.

Nidal si era fermato e aveva gettato uno sguardo oltre la soglia.

Dall’altra parte, immersa nella penombra, una scala in pietra.

Con la spada in pugno, Nidal aveva varcato la soglia e si era lanciato su per i gradini.

La scalinata si inerpicava lungo le pareti della torre, rinchiusa tra quella esterna e quella interna, girando intorno alla colonna centrale che doveva contenere le stanze.

Nidal stava salendo i gradini a due a due, girando intorno al cuore della struttura. Le sue ali strusciavano sulle le pareti di quell'angusto passaggio. Il buio era sempre più fitto. L'unica luce era quella prodotta da alcune torce che, infisse nei propri supporti arrugginiti, producevano più fumo che altro.

L’angelo aveva stimato che i piani fossero a una ventina di braccia gli uni dagli altri, segnalati da un pianerottolo che compiva tutto il giro della colonna centrale, prima di gettarsi nuovamente sulla scala successiva.

A metà del primo pianerottolo si trovava anche una porta d'ingresso al piano. Cardini d'acciaio la trattenevano contro la pietra della torre.

Nidal l'aveva presa a spallate, ma la porta non aveva ceduto. Aveva immaginato che dal lato opposto fosse stata sprangata con un'asse di legno.

È impossibile abbatterla senza un ariete. Fottuta porta!

Aveva pensato che avrebbe potuto tentare con la magia, ma si era detto che, se la porta non era già stata sfondata dai cherubini, probabilmente non era lì che si trovavano.

Aveva quindi continuato a salire, saltando i gradini a tre a tre.

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