L'Anno Della Lepre by Arto Paasilinna
autore:Arto Paasilinna [Paasilinna, Arto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Letteratura, Fiction, Classici
ISBN: 9788870910407
Google: 4m72PQAACAAJ
Amazon: 8870910407
Goodreads: 9646815
editore: Iperborea
pubblicato: 1975-01-01T00:00:00+00:00
13. Il corvo.
Prima che arrivasse la neve, Vatanen partì con un pullman di linea per
Posio, nel sud della Lapponia.
Là trovò un lavoro di disboscamento a otto chilometri dalla strada
nazionale che attraversava la foresta vergine di Simojärvi. Era una
zona spartiacque, desolatamente selvaggia, ma il lavoro era ben
pagato, e l'importante era che la lepre non vivesse in luoghi abitati.
Vatanen si era accampato in mezzo a una piccola macchia di pini, sotto
un tettuccio spiovente fatto di frasche, ai margini di una grande
palude. Due volte la settimana andava a Simojärvi per procurarsi da
mangiare, un po' di tabacco e qualche libro in prestito alla
biblioteca comunale. Vatanen rimase parecchie settimane nelle paludi
di Posio, il tempo di leggere anche parecchi buoni libri.
Le condizioni di vita erano molto primitive.
Il lavoro era pesante, ma a Vatanen piaceva: si sentiva rinvigorire, e
poi non aveva l'assillo di dover fare quel lavoro per il resto dei
suoi giorni.
A volte, la sera, dopo una giornata di nevischio, quando si sentiva
particolarmente stanco, Vatanen pensava alla sua vita: com'era
cambiata dalla primavera scorsa, prima di San Giovanni! Era un'altra
vita.
Vatanen conversava ad alta voce con la lepre, che lo ascoltava
religiosamente, senza capire nulla; attizzava il fuoco davanti al suo
rifugio, osservava l'arrivo dell'inverno e dormiva sonni leggeri,
sempre all'erta, come gli animali della foresta.
Fin dai primi giorni, Vatanen aveva percepito qualcosa di ostile in
quel deserto paludoso coperto di neve bagnata. Già mentre montava il
suo modesto accampamento in mezzo ai pini secchi, aveva visto
comparire un corvo, l'uccello più cattivo della foresta.
Volteggiava magro, le ali inzuppate di neve, sopra la macchia, poi,
rendendosi conto di non essere braccato, si era posato su un albero
vicino a Vatanen e si era scrollato di dosso la neve bagnata, come un
cane reumatico. Lo spettacolo era estremamente deprimente.
Vatanen aveva guardato l'uccello, provando una sincera, profonda
compassione. Tutto rivelava che l'infelice volatile non aveva goduto
negli ultimi tempi di una vita molto allegra. Faceva proprio pena.
La sera dopo, tornato stanco dai lavori del bosco, Vatanen si
apprestava a prepararsi la cena quando, d'un tratto, ebbe una
sorpresa. Il suo zaino, rimasto aperto sopra le frasche del tet o, era
stato manomesso. Buona parte del cibo era sparita: un quarto di burro,
una scatola quasi piena di carne di maiale e parecchie gallette di
pane. Era evidente che il furto era opera di quel miserabile pennuto,
di quel corvo che la sera precedente gli aveva ispirato tanta
compassione.
Con quel suo becco duro come un osso, il corvo aveva estratto i viveri
dal loro involucro, li aveva sparsi tutt'intorno e se ne era
evidentemente portato via una bella quantità in qualche nascondiglio
segreto.
Il corvo stava appollaiato sulla cima di un grande pino, proprio
vicino al rifugio. Un lato del tronco era macchiato da strisce nere
luccicanti: il corvo vi aveva cacato sopra dall'alto del suo ramo. La
lepre era un po' irrequieta: era chiaro che il corvo l'aveva molestata
mentre Vatanen era al lavoro.
Vatanen prese il corvo a sassate, ma non riuscì a colpirlo. L'uccello
si limitò a scansarsi con noncuranza, senza neanche un battito d'ali.
Cambiò albero soltanto quando Vatanen si avventò ai piedi del tronco e
cominciò a dare colpi di scure.
Ci sarebbe voluto un fucile, per l'occasione, ma purtroppo non
l'aveva.
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