L’occhio del ciclone by James Lee Burke

autore:James Lee Burke [Burke, James Lee]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 1998-12-31T16:00:00+00:00

12

Il mattino dopo dormii fino a tardi, e al mio risveglio trovai un biglietto sul frigorifero con cui Bootsie mi avvertiva di aver accompagnato Alafair a far compere in città. Mi preparai un vassoio con caffè di cicoria e latte caldo, cereali e fragole e andai a sedermi al tavolo sotto la mimosa in cortile. Il mattino era ancora fresco, le ghiandaie azzurre svolazzavano fra le ombre screziate dei rami e l’impianto d’irrigazione automatica del vicino sollevava una nebbiolina iridescente che aleggiava fino al nostro prato.

Vidi l’auto di Rosie Gomez rallentare davanti alla cassetta delle lettere e svoltare nel vialetto. Rosie sollevava il mento nello sforzo di scorgere la strada al di là del volante. Mi alzai e le feci cenno di parcheggiare sul retro.

Portava gonna e camicetta bianche, scarpe nere con il tacco alto, una grossa cintura di pelle nera e la sua solita borsa.

— Come stai? — chiese.

— Non male. Benissimo, a dire il vero.

— Sul serio?

— Certo.

— Hai un bell’aspetto.

— Sto bene, Rosie. Siediti, ti vado a prendere un caffè.

Quando feci ritorno in cortile con la cuccuma e una seconda tazza, Rosie si era seduta sulla panca e fissava il laghetto e il campo di canna da zucchero del nostro vicino, con espressione calma e assorta.

— È bellissimo — commentò.

— Mi dispiace che Bootsie e Alafair non ci siano. Mi piacerebbe che le conoscessi.

— La prossima volta. Perdonami se non sono venuta a trovarti in ospedale. Ero partita per New Orleans alle prime ore del mattino. Sono appena rientrata.

— Novità?

— Tre settimane fa una vecchia battona del Quarter ha chiamato il Bureau dicendo di volerci parlare di Julie Balboni. Ma era ubriaca o fatta, e l’agente che ha preso la telefonata non le ha dato troppo credito.

— Che informazioni aveva?

— Poco o niente, in realtà. Continuava a ripetere le stesse cose: “Sta facendo del male alle ragazze. Bisogna fermarlo, quel porco. Deve smetterla di far del male alla gente”.

— Dopodiché?

— Tre giorni fa è saltata l’elettricità nello stabile in cui vive la donna, in Ursulines Street. Senza aria condizionata, l’odore non ci ha messo molto a raggiungere il cortile. Il medico legale parla di suicidio.

La fissai in volto. — Ma tu non ci credi? — domandai.

— Quante donne si fanno saltare le cervella con una.38 special?

— Forse era ubriaca e non è andata tanto per il sottile.

— Il frigorifero e la dispensa erano pieni di cibo. L’appartamento era pulito, i piatti lavati. Sul tavolo c’era un sacchetto di specialità gastronomiche che non erano ancora state sistemate. Ti sembra forse uno scenario da suicidio?

— Cosa si dice al dipartimento?

— Non si dice. Si sbadiglia. Hanno un tasso annuo di omicidi come quello di Washington. Credi che abbiano voglia di trasformare il suicidio di una prostituta nell’ennesimo caso irrisolto?

— Cosa farai?

— Non lo so. Credo che tu abbia ragione, il nostro assassino ha qualcosa a che fare con Balboni. Il denominatore comune è il giro della prostituzione. E nei distretti di Jefferson e Orleans non esiste magnaccia o battona che non versi una quota a Balboni.

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