L'arte espansa by Mario Perniola

L'arte espansa by Mario Perniola

autore:Mario Perniola [Perniola, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
Google: eCdwCgAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2015-09-14T22:00:00+00:00


Gli psicopatici sono un particolare tipo di artisti.

A partire dal momento in cui non si può piú negare che la produzione degli psicopatici sia arte, interviene una terza strategia teorica che riconosce ai folli, ai primitivi, agli stravaganti e simili una dignità pari agli artisti e ai pensatori riconosciuti dalle istituzioni della cultura ufficiale, a condizione che essi rimangano confinati in un loro campo specifico. Questo modo di procedere è tipico della cultura giapponese moderna, la quale non ama gli eclettismi, gli incroci, e tantomeno il melting pot, la confusione di tutto con tutto, ma procede col metodo della giustapposizione, permettendo la convivenza di molteplici modelli di tradizione e di modernità, senza farli interferire l’uno con l’altro10. Per quanto riguarda l’arte, i giapponesi distinguono nettamente tre diverse specie di arte: nihonga, yōga, gendai bijutsu, che grosso modo sarebbero rispettivamente la pittura di stile giapponese, la pittura di stile occidentale, non importa se figurativa o astratta, e l’arte contemporanea, intendendo in questa ultima categoria l’anti-arte, le performance e le installazioni.

Una formulazione teorica rigorosa di questa strategia è fornita dall’antropologo francese Claude Lévi-Strauss (1908-2009) nel volume Il pensiero selvaggio11. A suo avviso, esistono due tipi fondamentali di conoscenza: la magia e la scienza, il pensiero delle società primarie e il metodo scientifico moderno. Il primo è piú vicino alle operazioni sensibili, il secondo alle operazioni astratte. La caratteristica del primo è il bricolage, del secondo è il metodo. Ma alla base di entrambi sta un’esigenza tassonomica, che vuole creare e mantenere l’ordine nell’universo: sotto questo aspetto il pensiero selvaggio riesce meglio del pensiero scientifico, perché presuppone un determinismo globale, mentre quest’ultimo ritiene che esso sia applicabile solo parzialmente. In altre parole, se sono morso da un cane oppure mi cade una tegola sulla testa, il pensiero selvaggio riesce a dare una spiegazione, mentre questo evento è per il pensiero scientifico inspiegabile. Come dice un pensatore indigeno anonimo: «Ogni cosa sacra deve essere al suo posto». È significativo che l’esempio di bricolage addotto da Lévi-Strauss sia il Palazzo Ideale del postino Ferdinand Cheval (1836-1924), il proto-esempio delle ambientazioni immaginarie. L’arte sta a mezzo cammino tra la magia e la scienza. Lévi-Strauss distingue tre tipi di arte, tutte dotate della stessa dignità: l’arte colta, quella utilitaria e infine l’arte primitiva. Quest’ultima è la piú prossima al pensiero selvaggio e ha in un certo senso un primato rispetto alle altre due, perché non invecchia mai.

Questa terza strategia teorica comprende in un’unica categoria vari tipi di produttori: gli uomini dell’epoca neolitica, le popolazioni delle culture primarie, i bambini, gli psicopatici, gli irregolari... Il fattore che li accomuna è il bricoler, parola il cui primo significato attestato (1480) è «andar di qua e di là» senza un progetto: interessanti sono gli usi successivi che comprendono giocare al biliardo utilizzando la sponda, manovrare con mezzi détournés, e infine il significato recente di eseguire dei piccoli compiti e riparare qualcosa alla meglio12.

L’espressione «arte selvaggia» è usata raramente, perché implica un giudizio che potrebbe essere negativo, e infatti si preferisce adoperare altri aggettivi come «primaria», «tribale», «lontana», «arcaica», «etnica».



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