L'aspra stagione by Tommaso de Lorenzis & Mauro Favale

autore:Tommaso de Lorenzis & Mauro Favale [Lorenzis, Tommaso de & Favale, Mauro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, originale
ISBN: 9788858405956
Google: BJw-ATLwt1YC
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2012-04-23T22:00:00+00:00

Durante.

Roma. 16 marzo 1978. Ore 6.59.

Redazione Ansa. Sede centrale.

Rumore. Carta scivola sui rulli e si riempie di caratteri. Fruscii, ticchettii, brusii, ronzii.

Ore 7.00.

Silenzio. Le telescriventi interrompono le trasmissioni. È iniziato uno sciopero di due giorni. L’ha indetto il comitato di redazione. Al centro della vertenza il rinnovo del patto aziendale. Nella sede della piú autorevole agenzia di stampa italiana resta giusto qualche telefonista. Oggi i corrispondenti possono prendersela comoda.

Ore 9.15.

Giorgio Chiecchi fa il cronista, lavora al «Gazzettino» di Roma e abita in via Mario Fani. Sente il rumore d’una brusca frenata provenire dalla strada. Subito dopo, il crepitio delle pistole mitragliatrici. Si affaccia alla finestra, capisce tutto e alza il telefono. Chiama la direzione del Gr2. Racconta quello che ha visto al direttore Gustavo Selva. Chiecchi è affidabile, difficile che abbia preso una cantonata. E poi, sotto la sede della Rai di via del Babuino, sono decine le volanti che stanno passando a sirene spiegate. Anche senza la conferma del Viminale, la notizia c’è tutta.

Bisogna dirlo all’Italia. Si va in onda.

Ore 9.25.

«Gentili ascoltatori, siete collegati con la redazione del Gr2. Interrompiamo le trasmissioni per una drammatica notizia che ha dell’incredibile e che, anche se non ha trovato finora conferma ufficiale, purtroppo sembra sia vera. Il presidente della Democrazia cristiana, onorevole Aldo Moro, è stato rapito poco fa a Roma da un commando di terroristi. L’inaudito, ripetiamo, incredibile episodio è avvenuto davanti all’abitazione… I terroristi avrebbero sparato contro la scorta… avrebbero poi caricato a viva forza l’onorevole Moro e si sarebbero allontanati… C’è da aggiungere che la scorta dell’onorevole Moro era composta da cinque agenti. Sarebbero tutti morti. A risentirci piú tardi».

Ore 10.01.

Via Teulada. Studi del telegiornale della Rete Uno.

Il conduttore guarda nella telecamera. Un bel respiro. Tre, due, uno. Sigla. Luce rossa che si accende.

Edizione straordinaria.

Ore 10.10.

Matteo entra in una cabina telefonica. Compone il numero che da giorni conosce a memoria. È il centralino dell’Ansa. Detta tre righe di comunicato e riattacca.

Anche questa è fatta.

Ore 10.14.

Redazione Ansa. Sede centrale.

Le telescriventi sono rimaste ferme solo tre ore e quattordici minuti. Lo sciopero è revocato. Si torna al lavoro.

Ore 10.15.

Il primo lancio d’agenzia riporta il testo della telefonata ricevuta cinque minuti prima: «Questa mattina abbiamo sequestrato il presidente della Democrazia cristiana, Moro, ed eliminato le sue guardie del corpo, teste di cuoio di Cossiga. Seguirà comunicato. Firmato Brigate rosse».

Domenica 19 marzo 1978.

C’è una foto in bianco e nero. Moro è vivo. La pubblicano tutti i giornali. Prima era il presidente della Democrazia cristiana. Ora, sembra un uomo comune, con quella camicia aperta sul collo e quella maglietta bianca che si intravede appena. Tutto cosí normale.

«Scusate, abitualmente vesto Marzotto», chioserà qualche giorno dopo un irriverente fumetto di Vincino apparso sul settimanale satirico «Il Male».

Ma intanto i giornali si concentrano su quella foto. Sul drappo rosso alle spalle di Moro. Sulla fonte di luce. C’è una finestra nella stanza dov’è rinchiuso? E poi ci sono quegli occhi. Quello sguardo. Che, all’occorrenza, diventa mite, fermo, persuasivo, sereno, triste, cauto, misterioso, ieratico, lucido, solitario, lento, delicato, reticente, contraddittorio, pessimista, ottimista, orgoglioso, schivo, tollerante, paziente.

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