l'assedio della rocca by stephen r. donaldson

autore:stephen r. donaldson
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: fantasy
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00

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Il Rituale della Distruzione

D

opo che Loerya lo ebbe lasciato, Mhoram rimase sulla torre per il resto della notte. Si scaldò con il potere del suo bastone e fissò in silenzio le vene di malvagità che si irradiavano verso la Rocca delle Celebrazioni come una lava malata, verde e rossastra. Il male che si irradiava dal Sasso del Posseduto Samadhi e dalle picche delle Abbiezioni conferiva alla notte un lucore spettrale, in cui si levavano di tanto in tanto scintille più violente, quando l'attacco incontrava resistenza.

Anche se si muoveva lentamente, l'onda di malvagità era ormai giunta a pochi passi dalle mura della Rocca. Sotto i piedi, Mhoram sentiva la Torre gemere, come se volesse ritrarsi dalla minaccia di quelle vene.

Ma l'Alto Signore non era rimasto di vedetta per osservare i progressi dell'onda: avrebbe potuto sentirli da qualsiasi posizione, all'interno della Rocca, così come non aveva bisogno della vista per capire che gli abitanti erano vicini al collasso. Rimase in osservazione perché, per poter affrontare Pugno del Maligno, doveva prima contemplarne tutto l'orrore.

All'interno della Rocca, la paura dei suoi compagni, i loro sguardi che parevano accusarlo della sua impotenza, lo riempivano di disperazione e gli impedivano di pensare. Solo sulla torre, lontano da ogni altra persona, riusciva a riflettere.

Nell'osservare lo sterminato esercito del Gigante, Mhoram capiva esattamente la natura dell'attacco. Il vento e l'assedio assumevano un aspetto diverso. Mhoram vedeva che nessuno avrebbe potuto opporsi a una simile malvagità. Distruggere era più facile che costruire, e quando la distruzione diventava così potente, i semplici uomini non erano sufficienti. Così ragionando, l'Alto Signore riusciva a resistere al desiderio di scatenare un altro Rituale della Distruzione.

L'aspetto dell'attacco che più lo colpiva era la sua ferocia. Vedeva che le Abbiezioni riuscivano a mantenere il loro potere dandosi il cambio e facendo riposare a rotazione i vari cunei e i vari maghi. E sapeva per esperienza che la forza del Sire Immondo - ora rafforzata dal Sasso della Malaterra - portava i suoi seguaci alla follia, a una barbarie superiore a qualunque immaginazione. Ma Pugno del Maligno era un singolo Gigante, e neppure un Gigante era in grado di reggere per tanto tempo a uno sforzo come il suo.

Inoltre, a mano a mano che si concentrava nell'attacco, Samadhi avrebbe dovuto perdere il controllo dell'esercito. Invece, l'intera orda rimaneva ferma in posizione attorno alla Rocca. E la forza color smeraldo di Samadhi non si indeboliva mai. Chiaramente, l'Immondo sosteneva il suo esercito e il suo comandante in capo con una forza che sorpassava ogni altro potere.

Mhoram vedeva un'unica speranza per la Rocca: il costo di un simile dispendio di potere. I difensori dovevano sperare che Pugno del Maligno cedesse prima di loro. Se non fossero riusciti a sopportare l'attacco del Posseduto, sarebbero stati sconfitti.

Quando fece ritorno nella Rocca, fu di nuovo colpito dalla paura. Da una galleria gli giunsero grida e insulti: due gruppi si stavano affrontando, temendo di essere attaccati. In un altro corridoio, alcune persone si preparavano ad assalire un magazzino di viveri, convinte che i cuochi avvelenassero i pasti.

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