Le brave ragazze non leggono romanzi by Francesca Serra

Le brave ragazze non leggono romanzi by Francesca Serra

autore:Francesca Serra [Serra, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2011-06-29T22:00:00+00:00


V.

Allora farai castelli di Spagna e avrai gioia di nulla

Guillaume de Lorris, Le Roman de la Rose

È una disgrazia che la letteratura conosce bene, per averla più volte raccontata. All’inizio del Cinquecento lo fece in modo memorabile Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso, scegliendo uno dei suoi eroi più severi, Ruggiero, da spedire in groppa all’ippogrifo sull’isola incantata della maga Alcina. Per tenerselo accanto lobotomizzato come un cagnolino, smontandone ogni volontà di gloria e potenza, la maga cattiva non ci pensa due volte a farne una tenera femminuccia. In questa veste lo scopre un’altra maga, quella buona, che corre a riprenderlo per le orecchie, richiamandolo ai doveri della guerra e dell’amore coniugale.

«Così Ruggier fu ritrovato, tanto / dall’esser suo mutato per incanto»: vestito in modo «delizioso e molle / tutto era d’ozio e di lascivia pieno», con una vistosa collana di gemme al collo, orecchini di perle, le chiome messe in piega e profumate. Dell’eroe non rimaneva che il nome, tutto il resto era scomparso. Il sesso illusionistico con Alcina, che è un simulacro di donna, una vecchia laida che solo nella mente incantata di Ruggiero appare giovane e bella, l’ha ridotto così. Ma il lavaggio del cervello del paladino era cominciato prima: con una scena di seduzione artistica, lo spettacolo di «invenzioni e poesie» che gli era stato sciorinato nel corso di un banchetto, per far sì che ogni aggancio con la realtà si polverizzasse definitivamente dentro la sua testa. Un corteggio di «grate fantasie» che lo preparava a smidollarsi in femmina.

Quest’aria insistente da bordello segnala la caduta nel mondo dei debosciati, l’uscita dalla Storia per una clamorosa perdita di spina dorsale. Ruggiero non ha più volontà propria, questo è l’incantamento che subisce nell’isola. Diventa un burattino nelle mani di Alcina. E non c’entrano filtri magici o altre diavolerie del genere: lo diventa solo a forza di immagini. L’arte di Alcina non ha bisogno di agire fisicamente sulla preda, le basta farlo sul contesto, su ciò che sta intorno, che seduce la vista e rammollisce la mente. Facendo ingollare al malcapitato eroe una dose massiccia di apparenze, come il mangime a un pollo in batteria.

Lo stesso aveva fatto Circe con Ulisse, il quale non fu narcotizzato come i suoi compagni: eppure rimase un anno intero in quello stordente regno dei sensi, a consumare «carni abbondanti e dolce vino». Finché qualcuno non venne a rammentargli che era l’ora di svegliarsi e di tornare in patria.

Dalle loro prigioni dorate Ruggiero e Ulisse potrebbero uscire quando vogliono. Se non fossero incatenati alle immagini. Se non fosse stato allestito, tutto per loro, un instancabile teatrino di fantasmi erotici, che li acceca e intontisce, facendoli precipitare nella più completa passività. Chi si ferma è perduto e non è più lui, è un altro; anzi un’altra: nasce una seconda volta femmina, come insegnava Platone. Non a caso inventore del mito della caverna, dove gli uomini sono rappresentati come schiavi di ombre riflesse, drogati dalle immagini: e se anche qualcuno di loro un giorno venisse liberato, «non credi



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